Suor Maria Rosa Bernardinis, madre priora del Monastero Santa Rita da Cascia, con una giovane amica del "Cioccolario" - foto Fondazione Santa Rita da Cascia Ets
Sabato 2 e domenica 3 dicembre, nelle piazze di tutta Italia, grazie alla presenza di centinaia di volontari della Fondazione Santa Rita da Cascia sarà possibile fare – e farsi – del bene acquistando il “Cioccolario”. Si tratta di una tavoletta di cioccolato gluten free di qualità, al latte e fondente vegano, la cui confezione si trasforma in un pratico calendario da scrivania. I fondi raccolti, a fronte di una donazione minima di 9 euro, daranno sostegno ai progetti della Fondazione per i più fragili, in Italia e nel mondo, raggiungendo oltre duemila bambini e migliaia di famiglie. Nel sito internet fondazione.santaritadacascia.org i luoghi in cui sarà possibile trovare il “Cioccolario”. E per chi non potesse andare in piazza, la tavoletta è disponibile sul sito cioccolario.org con una donazione minima di 18 euro.
«In questi tempi difficili, in cui spirano venti di guerra, la nostra Fondazione vuole fare la sua parte, continuando a sostenere i più fragili, in nome dei valori ritiani di solidarietà e fratellanza, ma anche invitando a donarsi momenti di felicità personali», afferma suor Maria Rosa Bernardinis, presidente della Fondazione e madre priora del Monastero Santa Rita da Cascia.
Molteplici le realtà supportate dalla Fondazione. Qualche esempio? L’Alveare, progetto d’accoglienza per minori in difficoltà fondato a Cascia (Perugia) accanto al monastero dalla beata Maria Teresa Fasce (che del monastero stesso fu badessa per 27 anni) per poi spostarsi all’estero. In Perù, ecco i progetti educativi degli agostiniani a Chuquibambilla e Cuzco; in Africa, la ricostruzione di un ospedale a Namu (Nigeria) e il sostegno a una scuola a Ishiara (Kenya); nelle Filippine, il sostegno alimentare e medico ai più poveri grazie alla Casa di Accoglienza “Madre Alessandra Macaione” delle monache agostiniane di Bulacan, nonché la scuola e l’assistenza alla comunità tra le baracche di San Pedro, da parte delle suore orsoline.