giovedì 17 settembre 2020
La città ricorda oggi l’istituzione della sede episcopale voluta da Leone X che gli conferì anche il titolo di città. La Messa con l’arcivescovo Fontana
Il Duomo di Sansepolcro, diocesi da 500 anni

Il Duomo di Sansepolcro, diocesi da 500 anni - Gambassi

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Era il 17 settembre 1520 quando papa Leone X istituiva la nuova diocesi di Sansepolcro e conferiva il titolo di città al Comune toscano che si trova al confine con l’Umbria. Con la bolla Pro excellenti praeminentia il Pontefice accoglieva la richiesta del governo locale e, avendo avuto il consenso del vescovo di Città di Castello alla cui diocesi Sansepolcro apparteneva, elevava il borgo a sede episcopale aprendo una fase di trasfor-mazione del reticolato della Toscana fiorentina che in un secolo avrebbe portato alla nascita delle diocesi di Montepulciano nel 1561, di Colle Val d’Elsa nel 1592 e di San Miniato nel 1622.

A distanza di cinquecento anni esatti, Sansepolcro celebra la “sua” diocesi che però nel 1986 è stata soppressa e accorpata nell’unica Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Alle 10.30 l’arcivescovo Riccardo Fontana presiederà la Messa nella Concattedrale con la partecipazione dei canonici e delle autorità del territorio. Dopo la celebrazione verrà inaugurata la mostra “… l’impresa de farce la nostra terra ciptà …”, promossa dall’Archivio storico diocesano di Sansepolcro e allestita nel Palazzo vescovile. Saranno esposti documenti legati all’origine della città e alla vita diocesana sviluppatasi tra 1520 e 1986 tra cui, per la prima volta, le lettere con le quali Leone X comunicò al popolo e al vescovo eletto l’istituzione della diocesi.

Nel pomeriggio, alle 18, è in programma una seduta straordinaria del Consiglio comunale. A tenere la prolusione sarà il sacerdote e storico don Andrea Czortek che spiega: «Le celebrazioni di oggi si ricollegano a quelle per il millenario del Duomo e della città che culminarono il 13 maggio 2012 nella visita di Benedetto XVI ad Arezzo e a Sansepolcro. È stato un momento memorabile voluto dall’arcivescovo Fontana e ancora ben presente nella memoria collettiva delle comunità. Allora ricordammo la genesi della città, sorta attorno alla chiesa abbaziale documentata dall’anno 1012 e a sua volta edificata a fianco del primitivo sacello nel quale i santi pellegrini Egidio e Arcano collocarono le reliquie del Santo Sepolcro raccolte a Gerusalemme».

I festeggiamenti termineranno sabato con il concerto dello Slam Sound Quartet che si terrà alle 21 nella Concattedrale: saranno eseguite musiche antiche composte dai maestri di cappella del Duomo. «Attorno alla neo-città prende forma la diocesi, il cui territorio di riferimento è primariamente la Valtiberina toscana, dove l’aggettivo è qui sinonimo di fiorentinità, intesa come Repubblica fiorentina che nella battaglia di Anghiari del 1440 aveva battuto i milanesi assicurandosi l’egemonia della Penisola e Sansepolcro, sconfitta, veniva data in pegno a Firenze al prezzo di 25mila fiorini», aggiunge il giurista Angiolo Boncompagni.

Nel tempo la presenza della diocesi ha avuto per Sansepolcro non solo significative ripercussioni pastorali, ma anche benefici sul piano culturale specialmente dopo la creazione del Seminario vescovile nel 1710. Tra i preti “celebri” l’educatore don Duilio Mengozzi (1915-2005), giusto tra le nazioni, così come il venerabile Giulio Facibeni (1884-1958), originario della diocesi ma appartenente al clero di Firenze.

«Tra i vescovi – dice Czortek – sono da ricordare Roberto Costaguti (1778-1818), tra i più noti predicatori europei dell’epoca che istituì eredi i poveri della città; Pompeo Ghezzi (1912-1953) che rimase l’unica autorità in città durante il passaggio del fronte nella seconda Guerra mondiale; o Abele Conigli (1963-1967) che partecipò al Concilio e fu tra i primi vescovi italiani a recepirne le indicazioni».

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