Una reliquia di san Filippo tornerà oggi in Turchia, la terra che lo ha visto evangelizzatore e martire. La richiesta è arrivata lo scorso anno, appoggiata da sostenitori “importanti”. Quando monsignor Lorenzo Piretto, arcivescovo cattolico di Smirne, è arrivato a Roma per venerare le reliquie dei santi Filippo e Giacomo in occasione della loro ricognizione e prima ostensione ai fedeli dopo 140 anni, ha consegnato al parroco della Basilica dei Santi XII Apostoli che le custodisce dal VI secolo, una richiesta a nome della propria comunità, di quella ortodossa e di un particolare “devoto” di san Filippo: il patriarca ecumenico di Costantino- poli, Bartolomeo I.
Proprio nelle sue mani verrà consegnata oggi, nella Cattedrale di san Policarpo a Smirne, una reliquia dell’apostolo Filippo portata da una delegazione dei Frati minori conventuali dei Santi XII Apostoli insieme a monsignor Piretto. Fanno parte della delegazione, oltre al parroco dei Santi XII Apostoli, fra’ Agnello Stoia, fra’ Silvestro Bejan, del Sacro Convento di Assisi e delegato generale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, e fra’ Martin Kmetec del Convento di Sant’Antonio a Istanbul e custode d’Oriente. Alla celebrazione ecumenica sarà presente anche Francesco D’Andria, l’archeologo dell’Università del Salento che ha scoperto il sito dove l’apostolo è stato sepolto a Hierapolis, l’odierna Pamukkale.
Nativo di Bethsaida, Filippo è menzionato nei Vangeli come uno dei dodici apostoli, uno dei primi chiamati da Gesù. Non si sa molto della sua vita, ma evangelizzò la Frigia sotto Domiziano. Giunto a Hierapolis il proconsole locale sembra lo abbia fatto crocifiggere a un albero a testa in giù. La devozione all’apostolo in quei luoghi ha radici antiche e ininterrotte, fin da quando nel 190 il vescovo Policrate scrisse al vescovo di Roma Vittore: «Filippo, uno dei dodici apostoli… si è addormentato a Hierapolis ». Della tomba però, dopo che le reliquie erano state trasportate prima a Costantinopoli e poi a Roma, si erano perse le tracce.
Nel 1957 una missione archeologica italiana individuò i resti di una chiesa ottagonale bizantina, il Martyrion, che segnava il luogo della crocifissione. Solo nel 2001 un gruppo di archeologi guidati dal professor D’Andria sono riusciti ad individuare, poco lontano, il luogo di sepoltura di Filippo. «Siamo felici – ha affermato fra’ Stoia – di rinsaldare i rapporti di comunione ecclesiale tra Roma e Costantinopoli nel nome di san Filippo e Francesco d’Assisi».