Essere vicini a tutti i sacerdoti che «nel silenzio e nel nascondimento, offrono quotidianamente la propria eroica testimonianza si fedeltà a Cristo e alla Chiesa». È uno dei passaggi centrali della lettera che il cardinale Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il clero, ha voluto indirizzare a tutti i sacerdoti in occasione della memoria liturgica di san Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, patrono del clero parrocchiale. «Un mondo che volesse emarginare il sacerdozio ministeriale – scrive ancora il cardinale Piacenza – sarebbe, in realtà, al di là di ogni apparente giustificazione, un mondo desideroso di escludere Dio, il nostro Dio le cui viscere sono di misericordia». Del resto nella sua lettera il prefetto della Congregazione per il clero ricorda «il sacrificio di chi, negli angoli più oscuri del mondo, "dalla fine del mondo", annuncia "La Luce della Fede", nella certezza che non c’è povertà più grande di quella di chi non conosce Cristo e la sua misericordia». Sacerdoti che svolgono il proprio ministero nel silenzio e nel nascondimento e che rappresentano «un "esercito buono" di sacerdoti, un "esercito di pace" e di bene, di verità e di amore, di luce e di misericordia», che «fascia ogni giorno questa valle di lacrime, perché la Luce della fede possa sempre risplendere nel cuore e nella mente degli uomini». Alla figura del Curato d’Ars, in occasione del 150° anniversario della sua morte, nel 2009 Benedetto XVI indisse l’Anno sacerdotale, per «contribuire a promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi».<
Pubblichiamo il testo della lettera che il prefetto della Congregazione per il clero, il cardinale Mauro Piacenza, ha inviato a tutti i sacerdoti. Carissimi confratelli nel Sacerdozio, è con profonda gioia che mi rivolgo a ciascuno di voi nella memoria del grande Curato d’Ars, esempio fulgido di pastorale dedizione ed instancabile preghiera, per la salvezza di coloro che il Signore gli aveva affidato.San Giovanni Maria Vianney è talvolta presentato in modo parziale, o perfino unilaterale, come eccessivamente determinato dal proprio tempo o, perfino, dal proprio profilo psico-spirituale. In realtà, chi davvero ne conosce la vita e l’eroicità delle virtù, si rende conto di avere innanzi ai propri occhi un fulgidissimo esempio di «pastore che ha l’odore delle pecore», come ci ha indicato papa Francesco nella ormai famosa omelia della Santa Messa Crismale di quest’anno.Dobbiamo cogliere la verità e l’esemplarità dell’esistenza sacerdotale del Vianney, per sentirci vicini a tutti i sacerdoti che, nel silenzio e nel nascondimento, offrono quotidianamente la propria eroica testimonianza di fedeltà a Cristo ed alla Chiesa e, perciò a tutti gli uomini. Ben sappiamo dell’esperienza di ogni giorno che fa molto più rumore ogni altra notizia, piuttosto che quella della fedeltà e del sacrificio. Il sacrificio di chi da anni ed anni è fedele al proprio ministero, spesso non immediatamente di mietitura, ma di continua semina intrisa di preghiera e fatica; il sacrificio di chi, negli angoli più oscuri del mondo, «dalla fine del mondo», annuncia «La Luce della Fede», nella certezza che non c’è povertà più grande di quella di chi non conosce Cristo e la sua misericordia; il sacrificio di chi, a rischio della prorpia esistenza, si spende per strappare donne e uomini da ogni tipo di schiavitù che il mondo ha escogitato per legare gli uomini al male ed al profitto ingiusto; il sacrificio di chi ogni giorno si spende per annunciare, difendere e diffondere la Verità, nella fedeltà alla Rivelazione, conosciuta e vissuta, e alla celebrazione dei divini misteri, nella quale accade realmente la salvezza dell’umanità; il sacrificio di chi si spende in ore ed ore di confessionale per la salvezza delle anime e l’annuncio del perdono e per sollevare qualsiasi pena.Sono tutti questi confratelli sacerdoti che desidero ricordare in questo giorno nel quale facciamo memoria di san Giovanni Maria Vianney, sottolineando la grande positività della loro esistenza personale ed ecclesiale e della presenza del sacerdozio nelle società e nel mondo. Un mondo che volesse emarginare il sacerdozio ministeriale sarebbe, in realtà, al di là di ogni apparente giustificazione, un mondo desideroso di escludere Dio, il nostro Dio le cui viscere sono di misericordia.Siamo invece certi che un «esercito buono» di sacerdoti, un «esercito di pace» e di bene, di verità e di amore, di luce e di misericordia, fascia ogni giorno questa valle di lacrime, perché la Luce della fede possa sempre risplendere nel cuore e nella mente degli uomini, nella vita di coloro per i quali il Padre ha inviato il suo figlio e possa divampare ovunque il fuoco del divino amore.Alla Beata Vergine Maria, Regina degli Apostoli e Madre di Misericordia e a san Giovani Maria Vianney, affidiamo ogni sacerdote e lo stesso sacerdozio ordinato, perché sia sempre più ciò che deve essere: presenza di Cristo Buon Pastore in mezzo al suo popolo. Presenza orante, fedele, sacrificata e trasfigurata e trasfigurante, perché presenza del Risorto.Buona festa del Curato d’Ars a tutti!