«Moltissimi cardinali» firmarono una petizione perchè il nuovo Papa, non ancora eletto, consentisse a derogare dai cinque anni per l’inizio della causa di beatificazione di papa Wojtyla. Così poi avvenne, per decisione di Benedetto XVI che accolse la richiesta formalizzata dall’allora vicario di Roma, cardinale Camillo Ruini, e autorizzò il processo ad appena un mese dalla morte del suo predecessore.«Entrando in Conclave – racconta Ruini, ripreso dall’agenzia Agi – mi fu consegnata una lettera firmata da moltissimi cardinali, che si univano alla richiesta del popolo perché si avviasse subito il processo di canonizzazione di Giovanni Paolo II». «La lettera – ha spiegato il vicario emerito di Roma – fu data a me perchè i cardinali non sapevano chi sarebbe stato eletto nel Conclave, ma ricordo quanta impressione avevano fatto le parole dell’allora cardinale Joseph Ratzinger nell’omelia per le esequie del Papa, quando indicando la finestra del Palazzo apostolico dove si era affacciato per ventisette anni ogni domenica, aveva detto che Giovanni Paolo II ci guardava dalla finestra del cielo e pregava ancora per noi». Ruini ha anche descritto i propri sentimenti nel vedere quanti in piazza San Pietro si erano messi in fila per dare un ultimo saluto e poi nella stessa piazza, l’8 aprile 2005, avevano chiesto che Wojtyla fosse proclamato «Santo subito». «Ho capito – afferma ancora Ruini – quanto fosse comune e profondo il sentire della gente: per loro il Papa era già santo».Giovedì prossimo alle 21 a Roma, presso il Centro giovanile «Giovanni Paolo II» (vicolo del Grottino 3/b), lo stesso Ruini offrirà una sua testimonianza sulla figura e il pontificato di Wojtyla. Al suo fianco Cristian Carrara, presidente delle Acli di Roma, che assieme al Vicariato hanno organizzato l’incontro, mentre il direttore dell’Ufficio di pastorale del Vicariato, don Maurizio Mirilli, farà gli onori di casa. Ruini, vicario per la diocesi di Roma dal 1991 al 2008 e presidente della Conferenza episcopale italiana dal 1991 al 2007, ha avuto un rapporto di collaborazione col prossimo beato particolarmente profondo.