Due spot. Uno, che ha fatto più rumore e ha sollevato polemiche, sui diritti e su temi spinosi (soprattutto ora negli Usa) come l'aborto e l'accoglienza dei migranti. L'altro su una app di preghiera. La fede e il messaggio cristiano sono stati protagonisti del Sanremo d'Oltreoceano, ovvero il Superbowl, che di spettatori in una sola notte ne ha contati una cifra da record assoluto persino per i radar americani: oltre 123 milioni.
Il caso più curioso è quello di "Hallow", l'app cattolica che vuole supportare la vita di preghiera con testi biblici, meditazioni, musica cristiana, materiale per la Lectio divina, ecc. e un’offerta modulata su contesti diversi (preghiera individuale, ritiri parrocchiali, momenti comunitari a scuola…). È stata creata nel 2018 da tre giovani statunitensi, Alex Jones, Erich Kerekes e Alessandro DiSanto. Jones, 30 anni, ingegnere originario di Palo Alto, amministratore delegato dell’azienda con sede a Chicago, ha ritrovato la fede dopo la laurea e nella sua scoperta dell’orazione un giorno ha avuto un’intuizione: se app come Headspace e Calm possono avere così tanto successo nell'insegnare alle persone tecniche di meditazione orientale, perché un'app cristiana non può fare lo stesso?
Da lì l’idea di Hallow, app non gratuita – chiede un abbonamento mensile o annuale – ma che ha avuto un successo crescente, anche con la successiva edizione in lingua spagnola e da poco con quella italiana. Domenica sera, durante la finale della lega di football americano professionistico, nell’ambitissimo e costosissimo spazio pubblicitario è passato anche lo spot di "Hallow" appunto, con immagini che hanno richiamato l’inizio della Quaresima, con il rito dell’imposizione delle ceneri, particolarmente sentito nel cattolicesimo a stelle e strisce.
Testimonial dello spot l'attore Mark Wahlberg, cattolico dichiarato, che ha di recente diretto e prodotto il film, Father Stu, basato sulla storia di padre Stuart Ignatius Long (1963- 2014), pugile convertito al cattolicesimo, divenuto sacerdote per la diocesi di Helena in Montana, che è morto per una rara malattia degenerativa lasciando un segno profondo nella sua comunità.
Quello di "Hallow", si diceva all'inizio, non è stato però l'unico spot con un riferimento cristiano esplicito. Ha fatto discutere, anche in Italia, "He gets us", la campagna per diffondere un messaggio di tolleranza e intregrazione sociale supportato dall'organizzazione caritatevole non profit "Come Near", che si chiudeva con la scritta: «Gesù non ha insegnato l'odio, ha lavato i piedi». Nelle immagini della pubblicità, in particolare, la lavanda dei piedi davanti a una clinica di Parental planning o tra omosessuali, ma anche il messaggio di accoglienza verso carcerati e migranti.