lunedì 14 dicembre 2015
Nella mappa di tutte le Porte Sante vanno inserite anche le Porte della Carità collocate nei luoghi di accoglienza e di sofferenza. Laddove la misericordia si sperimenta quotidianamente.
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L'apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro ha dato il via al Giubileo straordinario della Misericordia che per volontà di Papa Francesco ha avuto e avrà in tutte le diocesi del mondo un proprio "epicentro".

 

“Abbiamo aperto la Porta Santa, qui e in tutte le cattedrali del mondo. Anche questo semplice segno è un invito alla gioia. Inizia il tempo del grande perdono. È il Giubileo della Misericordia”. Sono le parole che Papa Francesco ha utilizzato nell’omelia della Messa celebrata nella sua Cattedrale a Roma, in San Giovanni in Laterano. Il 18 dicembre Papa Francesco sarà all'Ostello “Don Luigi Di Liegro” , appena riaperto, alla Stazione Termini per l'apertura della Porta della Carità nella struttura di accoglienza della Caritas diocesana. Nella mappa di tutte le Porte Sante vanno inserite anche le Porte della Carità collocate nei luoghi di accoglienza e di sofferenza. Laddove la misericordia si sperimenta quotidianamente.

Nel sito vaticano dell’Anno Santo c’è una mappa mondiale interattiva dove si provvede all’aggiornamento man mano che le diocesi ne comunicano l’ubicazione.

Senza la pretesa di elencar tutte le Porte della carità, qui trovate alcuni luoghi simbolo della misericordia.

Nella diocesi di Padova il 27 dicembre il vescovo Claudio Cipolla aprirà la Porta Santa nella Cappella della Casa di reclusione Due Palazzi: «Tra le chiese giubilari ci sarà anche quella del carcere - ha spiegato monsignor Cipolla - perché in carcere c’è il massimo della consapevolezza del proprio errore e lì Dio annuncia la sua misericordia e sarà molto importante che i carcerati, e chiunque vive nello spirito del vangelo, sappiano riconoscere questo gesto. Dio cerca proprio là dove, anche dal punto di vista giuridico è riconosciuto e condannato, giustamente, l’errore. Non si pone limite alla misericordia di Dio».

Nella diocesi di Trento l'arcivescovo Luigi Bressan il 19 dicembre aprirà una delle Porta giubilari al centro di accoglienza notturno “Bonomelli”, gestito dalla Caritas diocesana, assieme 60 ospiti e ai volontari.

Nella diocesi di Rimini il vescovo Francesco Lambiasi ha elevato ben cinque luoghi al rango di santuari di carità: la mensa della Caritas diocesana, la mensa di Sant’Antonio gestita dai Padri Cappuccini di Santo Spirito, la Casa del Perdono e il Pronto soccorso sociale di Sant’Aquilina, entrambi facenti capo all'associazione Papa Giovanni XXIII, e la comunità di Montetauro che ospita disabili gravi.

Nella diocesi di Rieti, il vescovo Domenico Pompili aprirà la Porta Santa nel carcere di Vazia, nel Comune di Rieti nel pomeriggio del 24 dicembre.

In diocesi di Prato, il vescovo Franco Agostinelli ha previsto in una data ancora da definirsi, l'apertura della Porta Santa nel carcere della Dogaia.

In Puglia, ad Andria, il vescovo Raffaele Calabro ha emesso un Decreto con cui stabilisce che "tutti coloro che, veramente pentiti e mossi da carità, attraverseranno la Porta della Casa di Accoglienza S. Maria Goretti” (gestito dall'ufficio Migrantes della Diocesi) potranno sperimentare la Misericordia di Dio. L'apertura avverrà il 19 dicembre.

 

A Palermo si aprirà anche la «porta degli ultimi» situata nella Missione Speranza e Carità di Biagio Conte dove dal 1991 vengono accolti con amore vagabondi, giovani sbandati, alcolisti, ex detenuti, separati, prostitute, profughi e immigrati. Attualmente sotto i portici della Stazione Centrale di Palermo la missione assiste circa 800 persone in tre comunità: due destinate all’accoglienza di uomini e una per l’accoglienza di donne sole o mamme con bambini.

A Torino, domenica 20 dicembre nella Chiesa della Piccola Casa della divina Provvidenza, meglio nota come il Cottolengo, dal nome del suo fondatorel'arcivescovo Cesare Nosiglia di Torino aprirà una Porta della misericordia: «Con questo segno vogliamo sottolineare che per un cristiano la vera porta d'accesso alla salvezza è quella dei poveri».
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