La tecnologia audiovisiva più moderna per diffondere il messaggio di papa Francesco nel mondo: è questo l’obiettivo della partnership tra la Segreteria per la comunicazione della Santa Sede e Hd Forum Italia (Hdfi), associazione no profit di promozione dell’hi-tech televisivo, annunciata ieri nella sede della Filmoteca Vaticana da monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione e Benito Manlio Mari, presidente di Hdfi. Al centro dell’intesa c’è l’ultra alta definizione (Ultra Hd), ossia lo standard 4k che è il più elevato in circolazione e che è quello usato per il cinema, insieme all’Hdr (High Dynamic Range) che porta sul piccolo schermo dettagli di colore percepiti dall’occhio umano ma finora mai entrati nella tv. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche il direttore del Centro Televisivo Vaticano (Ctv) Stefano D’Agostini, e Alfredo Bartelletti, presidente della sezione italiana della Society of motion picture and television engineers (Smpte). Tra i partecipanti Renato Farina, ad di Eutelsat Italia, che sarà sponsor di
Passaggi la Conference 2016 di Hd Forum Italia, in programma a Roma il 6 e 7 ottobre, e che rappresenta un primo risultato concreto dell’accordo siglato. E proprio a dimostrazione di come la tecnologia possa migliorare l’esperienza visiva con immagini di elevata qualità, durante la conferenza è stato proiettato
Behind-thescenes, il dietro le quinte in Ultra Hd-Hdr della cerimonia di apertura della Porta Santa in Vaticano l’8 dicembre con l’aggiunta di immagini girate in diversi formati: quelle mai mostrate sul rito della
recognitio, quelle sulla celebrazione presieduta da Francesco in Centrafrica lo scorso novembre e le sequenze del Giubileo del 2000 che ritraggono san Giovanni Paolo II. «Nell’ambito del nuovo assetto dei media vaticani – ha detto Viganò – la convergenza tecnologica acquista un valore strategico». E ha aggiunto: «La Chiesa ha sempre guardato all’innovazione, alla tecnologia, senza rincorrerla, per metterla al servizio della potenza del messaggio che diffondiamo». Una scelta che apre al futuro, ha chiarito Viganò, ma anche di produrre reperti audiovisivi destinati agli storici del domani e di continuare a servire le zone tecnologicamente meno avanzate del mondo. E per quello che riguarda la riforma dei media vaticani Viganò ha concluso: «Alla base del percorso c’è un profondo ripensamento del flusso produttivo che passerà attraverso un accorpamento tecnologico. Si tratta della riforma di un sistema comunicativo nel suo complesso, non di una semplice riforma dei media».
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