All'hotel Quirinale di Roma il 28 febbraio si è tenuta la prima
audizione in videoconferenza del
cardinale australiano
George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia e membro del consiglio di cardinali che collabora con il Papa per la riforma della Curia, che per ragioni di salute non si è presentato davanti alla Commissione Reale per gli
abusi sull'infanzia ma viene interrogato a distanza.
Erano presenti 150 persone nella Sala verdi concessa dall'albergo, dove Pell ha giurato sulla Bibbia di dire tutta la verità. Nelle prime file siedevano 14 vittime arrivate dall'Australia con i loro accompagnatori. Indossavano maglie rosse con su scritto "no silenzio" o basta con il silenzio.
Il cardinale Pell è accusato di non aver preso adeguati provvedimenti per fermare gli
abusi sui
minori quando era arcivescovo di Melbourne. L'audizione è durata 4 ore ed è la prima di una serie che ne comprenderà altre 2-3. Lunedì 29 febbraio alle 22,30 sempre all'Hotel Quirinale è in programma la seconda audizione.
L'avvocato della «Royal Commission into Institutional Responses to Child Sexual Abuse» - la Commissione d’inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali a minori negli anni 1970 e 1980, in Australia - Gail Furness ha rivolto le domande al cardinale, iniziando dall'attuale incarico di Prefetto della segreteria economica. "Qualcosa di equivalente a un tesoriere", ha spiegato il porporato australiano. "Sono un alto funzionario della Curia romana", ha proseguito il cardinale Pell, che poi ha aggiunto una dichiarazione spontanea: "Lasciatemi solo dire questo, come un chiarimento iniziale, e che io
non sono qui per difendere l'indifendibile. La
Chiesa ha fatto
enormi errori e sta lavorando per porre rimedio, la
Chiesa in molti luoghi, certamente in Australia, ha trascurato le cose, ha lasciato che la gente andasse verso il basso. Non sono qui - ha ripetuto - per difendere l'
indifendibile".
Guarda la testimonianza del
cardinale George Pell nel
video:qVn8KSxze_A;430;242
Pell ha aggiunto: «I difetti sono stati prevalentemente personali,
fallimenti personali piuttosto che di struttura. C'erano in passato ragionavoli lamentele in Australia riguardo ad
abusi, ma l'uso comune era di non segnalarli alla polizia»
Quando passano poi le domande sono arrivate al caso specifico di padre Paul David Ryan, il cardinale ha risposto : «Non sono sicuro che Ryan fosse pedofilo, io non sono esperto su Ryan. Non ho avuto molto a che fare con la sua storia».
Si è parlato poi di padre Gerald Ridsdale, che ha abusato dei bambini per due decenni. Gli fu permesso di continuare a abusare. Perché invece di andare alla polizia, semplicemente fu spostato tra le parrocchie. In merito, il porporato ha affermato che non sapeva che Ridsdale stesse abusando al momento, ma ha ammesso che "è stata una catastrofe" non prendere provvedimenti nei suoi riguardi.
Nel caso di monsignor John Day ha detto invece che «la
Chiesa è stata influenzata dal fatto che alcune accuse nei suoi riguardi erano state ritrattate».