Fischio d’inizio e un calcio al pallone. Il tifo esplode sugli 'spalti' di sassi e terra riarsa. Quattrocento bambini e bambine dai 4 anni in su, inginocchiati a terra, seguono la partita e sgranano gli occhi: quel campo di calcio è tutto loro, e lì l’erba è verde e soffice come non l’hanno mai vista. È un campo regolamentare, nuovo di zecca, un vero lusso per la loro povera scuola, ed oggi viene inaugurato. «Grazie, signora », dice uno di loro, alzando il viso verso la giovane donna che è in piedi accanto a lui, venuta dall’Italia per l’occasione. Anche se glielo si legge in faccia, lei glielo chiede lo stesso: «Sei contento?». Risponde senza doverci pensare: «Sì, signora, tanto contento. Prima c’erano le buche e noi ci facevamo sempre male...».
Yeoville, sobborgo malfamato della già malfamata Johannesburg, Sudafrica. Qui cinesi, nigeriani ed est europei si contendono lo spietato traffico di minori, carne bambina buona per tutti gli usi, in primo luogo nei bordelli cittadini. 'Da schiavi a bambini' porta scritto sulla maglietta verde la giovane signora dalla pelle bianca, «perché lo sfruttamento sessuale oggigiorno è riconosciuto come forma di schiavitù», sottolinea. «Quasi tutti qui hanno alle spalle storie di abusi, sfruttamento o abbandono – racconta Letizia Taroni, la signora in verde, che per Ecpat Italia si occupa di sostegno a distanza – e quello che da noi sarebbe solo un bel campo da calcio qui diventa una forte forma di prevenzione, il modo concreto, fisico di tenere i bambini impegnati in attività educative anziché sul marciapiede. Se stanno qui, insomma, non possono stare sulla strada».
L’idea è venuta a Ecpat Italia nel 2010, proprio l’anno dei Mondiali in Sudafrica: «Paradossalmente l’avvio dei campionati, con il conseguente movimento di milioni di turisti da tutto il mondo, rappresentava un rischio ulteriore per questi bambini, poveri e soli, dunque molto esposti – spiega Letizia Taroni –: il 68% di loro vive sotto la soglia della miseria e il 21% sono orfani. Così prima dei Mondiali abbiamo puntato sulla prevenzione, in seguito abbiamo avviato il progetto '31 e 34: i campioni di Yeoville'», dove 31 e 34 sono i due articoli della 'Convenzione Onu per i Diritti dei bambini', quelli che dichiarano per ogni bimbo di questa terra il diritto al gioco e a non essere sfruttato sessualmente.
«Cose per noi ovvie, ma non in questa città», testimonia l’inviata di Ecpat, che ha ancora negli occhi le case di Yeoville circondate da mura e filo elettrificato per scoraggiare gli assalti dei rapinatori. «Nessuno osa passeggiare e il consiglio che tutti ti danno è di non portare con te niente che tu non sia disposta a perdere. Perché che ti rapinino è scontato e se reagisci sei morto». Così se ne sono andati due ragazzini una settimana prima di poter vedere il loro campo di calcio, l’ultimo dei due ucciso a martellate nel parco perché aveva un cellulare. «Non facevano parte di gang, anzi, studiando avevano tentato la via più difficile», perché qui la scuola di Stato costa rette salate.
Prostituzione minorile e schiavitù sono la conseguenza più ovvia in un Paese in cui l’Aids, con 5,5 milioni di contagiati (il 55% donne), raggiunge il picco mondiale e insieme alla miseria crea un numero gigantesco di orfani e figli abbandonati. C’è inoltre l’aggravante che passare il confine con documenti falsi è un gioco da ragazzi, così la tratta dalle regioni limitrofe è un business appetibile per chiunque voglia fare soldi facili. «La frontiera di Ressano Garcia è un colabrodo – denunciano da Ecpat Italia –, ogni giorno i mercanti di schiavi portano dal Mozambico centinaia di ragazzine e i funzionari per due soldi chiudono un occhio. Anche dallo Zimbabwe centinaia di minori, attratti dal sogno di un futuro migliore, entrano senza passare ai controlli frontalieri, ma presto cadono nelle reti dei trafficanti che li usano per sesso, accattonaggio o lavori pesanti ». Sono almeno trentamila in Sudafrica le prostitute minorenni, quasi tutte di colore, cresciute in una società che, con una donna stuprata ogni 26 secondi, le destina a un futuro di violenza. Il cinismo dei turisti pedofili venuti dall’Occidente ricco, Italia compresa, fa il resto.
È in un contesto del genere che un campo per il calcio, ma anche per l’atletica leggera e tanti altri sport di squadra, significa la salvezza da un mondo stanco e sconfitto in cui la vita non ha alcun valore. Ed è soprattutto alle bambine che offrirà la via di fuga dai tanti inferni che le attendono fuori: «Si parla sempre di recupero, di reinserimento, ma è più urgente agire prima che il danno avvenga, perché le cicatrici restano per la vita», avverte la volontaria. Lo sport come prevenzione, dunque, «perché insegna regole e tiene viva la voglia di un futuro ». Futuro che incredibilmente continua a resistere nei sogni di bambini così segnati, che raccontano storie raccapriccianti, «ma subito dopo ci parlano di speranza con gli occhi che brillano, ed è questa la loro forza».
Come Graça, abusata per anni dal patrigno e cacciata di casa quando ha avuto il coraggio di rivelare alla madre il suo strazio: «Oggi studia e scrive poesie». E come la sua amica Evelyn, rimasta sola al mondo dopo la recente scomparsa della mamma e la morte del fratellino, buttato giù da un balcone durante una rissa. E tante altre, ancora bimbe o già ragazzine, hanno conosciuto sulla loro pelle una mortificazione che a quell’età non si dovrebbe nemmeno immaginare... Ma oggi gli allievi della scuola di Yeoville (educati, diligenti, capelli ben ravviati, uniforme rossa non per
élite ma per nascondere le povertà) seguono il match che li riscatta. Non importa chi fa più gol, su questo campo nessuno perde, si vince soltanto.
Triplice fischio finale, i bambini schizzano in piedi e si danno un cinque. Fuori, nella township di Yeoville, l’inferno c’è sempre, ma loro avranno un luogo in cui invertire i destini e giocarsi quei due numeri, 31 e 34: il diritto sacrosanto di essere bambini.
Triplice fischio finale, i bambini schizzano in piedi e si danno un cinque. Fuori, nella township di Yeoville, l’inferno c’è sempre, ma loro avranno un luogo in cui invertire i destini e giocarsi quei due numeri, 31 e 34: il diritto sacrosanto di essere bambini.
Chi è Ecpat
CONTRO I PEDOTURISTI
Ecpat Italia è un’organizzazione nata nel 1994 per combattere il turismo sessuale e far approvare la legge 269 del 1998, che punisce i pedofili italiani anche se commettono abusi all’estero. Fa parte della rete internazionale Ecpat, presente in oltre settanta nazioni, dove combatte ogni sfruttamento sessuale dei piccoli a fini commerciali, ovvero turismo sessuale a danno di minori, prostituzione minorile, tratta e traffico di bambini, pedopornografia. Il progetto '31 e 34: i campioni di Yeoville', ideato da Ecpat Italia insieme al suo partner sudafricano Mais e a Eurovo, coinvolge 400 bambini poveri della scuola Observatory di Yeoville. Oltre a tornei di calcio, nel nuovo campo si farà atletica e molte altre attività di squadra.
Eurovo e mais
L’UNIONE FA LA FORZA
Il progetto era ambizioso: trovare in un anno 35mila euro per dare un futuro ai piccoli di Yeoville e assicurare loro un’infanzia normale almeno per qualche ora al giorno.
Molte donazioni sono arrivate da privati cittadini italiani, ma il grosso lo si deve a Eurovo, generosa azienda di Imola (Bologna), leader in Europa nella produzione di uova e derivati, da sempre guidata dalla famiglia Lionello. Da anni collabora con Ecpat Italia su importanti progetti in Cambogia (allestimento di sette biblioteche scolastiche, ristrutturazione di una scuola, acquisto di kit sanitari...).
Fondamentale in loco anche il lavoro di Mais Africa onlus, partner locale di Ecpat Italia, che nelle sue case famiglia accoglie le giovanissime vittime dello sfruttamento e garantisce il diritto allo studio ai bambini delle township.
Mondiali 2014
«E IN BRASILE L'ORCO SIAMO NOI»
Da Sudafrica 2010 a Brasile 2014. Cambiano continente i Mondiali di calcio, attesi nel Paese sudamericano tra tre anni, ma non calano i rischi, anzi, ancora più gravi in un Brasile già di per sé meta preferita dei pedofili, spesso anche italiani. «Ogni anno il traffico riguarda 2,1 milioni di bambini nel mondo, il 79% a fini sessuali», ricorda Marco Scarpati, presidente di Ecpat Italia, appena tornato dall’assemblea di Ecpat International a Parigi, «ed è prevedibile che in occasione dei Mondiali possa verificarsi un aumento ingentissimo di episodi, dato che il traffico di persone è il terzo mercato più lucrativo dopo armi e droga». Sarebbero già 500mila secondo Unicef le vittime brasiliane della prostituzione minorile e i clienti italiani sono sul triste podio insieme a portoghesi e tedeschi. Per questo Ecpat Italia è uscita dall’assemblea di Parigi con un progetto concreto: «I dati dimostrano che la prevenzione svolta in Sudafrica ha dato i suoi frutti, per cui, visto il successo, per il 2014 verrà organizzata una triangolazione tra Sudafrica, Italia e Brasile contro il turismo sessuale». Il modo migliore per riabilitarci agli occhi di quei bambini.