lunedì 14 giugno 2010
La necessità di riconoscere la «drammaticità del problema» degli abusi sessuali commessi da sacerdoti e «l'importanza di discutere e affrontare il problema con serietà» è riaffermata in una nota dei vescovi europei diffusa oggi. La nota rileva come «trasparenza e drastici provvedimenti» caratterizzino la linea del Pontefice. «È palese – si legge nel testo – il desiderio delle Conferenze Episcopali di seguire il modo con cui il Papa sta affrontando la questione».
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La necessità di riconoscere la "drammaticità del problema" degli abusi sessuali commessi da sacerdoti e "l'importanza di discutere e affrontare il problema con serietà" è riaffermata in una nota dei vescovi europei diffusa oggi. La nota rileva come "trasparenza e drastici provvedimenti" caratterizzino la linea del Pontefice tedesco. "È palese - si legge nel testo - il desiderio delle Conferenze Episcopali di seguire il modo con cui il Papa sta affrontando la questione"."In comunione con Pietro" è del resto la dichiarazione premessa nel comunicato che affronta "la questione, così attuale e dolorosa per la Chiesa, degli abusi su minori da parte di sacerdoti o di religiosi", che, si legge nella nota, "è stata anche oggetto della riflessione dei segretari generali delle Conferenze Episcopali Europee riuniti a Roma" dove hanno incontrato per un confronto sul tema mons. Luis Ladaria e mons. Robert Deeley, rispettivamente segretario e collaboratore della Congregazione per la Dottrina della Fede. "Innanzitutto - spiega la nota - si sono ricordate le misure che i vescovi sono chiamati a seguire allorché vengono informati di possibili casi di abusi". "Impressiona - sottolinea la nota - le misure messe in campo da alcune Conferenze Episcopali per fare fronte al problema, per prevenire ulteriori casi di abuso e per sostenere ed accompagnare le vittime e le loro famiglie di simili drammi di cui la condanna è stata unanime".Il rapporto della Chiesa con i media e l'opinione pubblica è stato affrontato da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana e da mons. Domenico Pompili, portavoce della Conferenza episcopale italiana. Facendo riferimento alla comunicazione nel nuovo contesto culturale globale, veloce e sensazionalista, ha ricordato padre Lombardi, è importante che le conferenze episcopali si rendano contro della "globalizzazione dell'informazione". Quanto avviene a livello locale ha immediatamente una sua ripercussione a livello internazionale e viceversa. Per mons. Pompili è grande il rischio di "trasmettere" e lasciare trasmettere un'immagine stereotipata della Chiesa: un vero e proprio riduzionismo del cristianesimo in un contesto sociale dominato dal "politeismo" dei valori, in cui il cristianesimo è accettato e percepito come uno dei tanti competitore nella battaglia quotidiana per affermare certi valori. Bisogna invece aver il coraggio di rifiutare questo ruolo pre-definito e stereotipato ma privilegiare la bellezza e la forza della testimonianza anche attraverso l'uso dei nuovi media.
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