giovedì 31 ottobre 2024
In un docufilm la storia e l'opera del cardinale, arcivescovo della capitale dal 1962 al 1982. Tra le sue iniziative il Vicariato della solidarietà per dare assistenza sanitaria e legale ai bisognosi
Il cardinale Raul Slva Henriquez

Il cardinale Raul Slva Henriquez - Dal Web

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«Era un santo il nostro cardinale. La sua fede era vera perché si specchiava nelle dolore della povera gente. La sua voce per la giustizia sociale e la libertà fu una spina nel fianco per la dittatura del generale Pinochet». Questa la testimonianza di un’anziana donna nel docufilm di Cote Correa “Requiem per il Cile: il cardinale Raúl Silva Henríquez” che questa sera verrà proiettato a Moliterno (Potenza) nel corso della quindicesima edizione della rassegna sulle nuove cinematografie del mondo «Frammenti autoriali». Il cardinale Henríquez» fu tra gli alti presuli della Chiesa cilena che trovarono in papa Montini il loro più fervido sostenitore nella difesa delle istanze dei ceti più deboli. Nato nel 1907 a Talca, nella regione del Maule, da salesiano padre Raúl studiò teologia nella capitale cilena e in Italia, a Torino. Dopo essere stato vescovo di Valparaiso, venne nominato nel 1962 cardinale di Santiago del Cile da Giovanni XXIII, la nuova carica gli permise di partecipare ai lavori del Concilio Vaticano II e al Conclave che portò al soglio pontificio Paolo VI. Con padre Raúl «l’episcopato» di Santiago del Cile conobbe per un ventennio un fervore profetico senza precedenti. Ispirandosi alle direttive ecclesiali e sociali della Conferenza episcopale di Medellín del 1968, Henríquez divenne una figura scomoda nel suo Paese, ma per amore del suo popolo non tacque né alzò la resa, «la Chiesa del Cristo - dirà - non smetterà mai di difendere i diritti dell’uomo. E sappia, il generale Pinochet, che io sono pronto a nascondere i rifugiati e i perseguitati anche sotto il mio letto». Nel 1976, non a caso, inaugurò il “Vicariato della solidarietà” per dare assistenza sanitaria e legale a chiunque ne avesse avuto bisogno, in particolare ai dissidenti al regime. «Di fronte a questo ennesimo sgarbo - dice un sacerdote nel docufilm - Pinochet andò su tutto le furie come quando il 18 settembre del 1973, pochi giorni dopo il golpe, il cardinale non volle celebrare nella scuola militare di Santiago il “Te Deum” che ricorda l’inizio dell’indipendenza del Cile». Dopo la morte di Paolo VI, il cardinale avvertì un senso di solitudine, molti che gli erano stati accanto nella sua opera pastorale l’abbandonarono, per cui nel 1982 decise di lasciare la guida dell’arcidiocesi di Santiago. « Il suo impegno per i diritti e la causa del popolo ebbe una portata del tutto evangelica - dice un altro sacerdote nel docufilm di Correa - oggi dobbiamo ricordare Henríquez come una grande figura della Chiesa. Un profeta». Raúl Silvia Henríquez morì nel 1999, al suo funerale una marea di fedeli, riecheggiando l’appello delle innumerevoli manifestazioni contro gli abusi di Pinochet, andò cantando per le strade di Santiago: «Raúl, amigo, el pueblo esta contigo» (Amico Raúl, il popolo è con te).

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