sabato 17 novembre 2012
​Quella dei medici e di quanti operano nella sanità, a fianco dei sofferenti, spiega Benedetto XVI, «è una singolare vocazione, che necessita di studio, sensibilità ed esperienza».
Il discorso integrale
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​Quella dei medici e di quanti operano nella sanità, a fianco dei sofferenti, spiega il Papa,  "è una singolare vocazione che necessita di studio, sensibilità ed esperienza" ma non è un lavoro come gli altri, a costoro è chiesta una "competenza ulteriore che va al di là dei titoli accademici". Il medico non può non essere anche "buon samaritano", chinarsi sulla sofferenza degli altri, perché anche di fronte a tante acquisizioni della medicina e delle scienze questa è l'unica cosa che ancora conta. Non avremo mai una cura per tutto, e "Cristo non ha soppresso la sofferenza", però "l'ha presa su di sè, e questo basta per svelarcene il mistero". Benedetto XVI lo ha detto nell'udienza che ha concesso ai partecipanti alla Conferenza internazionale degli operatori sanitari cattolici, dedicata quest'anno al tema "L'ospedale nella nuova evangelizzazione".
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