"O Bambino di
Betlemme,tocca il cuore di quanti sono coinvolti nella tratta di esseri
umani, affinché si rendano conto della gravità di tale delitto
contro l'umanità. Volgi il tuo sguardo ai tanti bambini che
vengono rapiti, feriti e uccisi nei conflitti armati, e a quanti
vengono trasformati in soldati, derubati della loro infanzia". Così ha pregato il Papa durante il il primo messaggio natalizio
Urbi et Orbi del suo Pontificato."Dona speranza e
conforto ai profughi e ai rifugiati - ha invocato il Papa -
specie nel Corno d'Africa e in est Repubblica Democratica del
Congo". Ha chiesto "accoglienza" per "i migranti" in cerca di
dignità , e che "tragedie come quelle di quest'anno, con i
numerosi morti a Lampedusa, non accadano mai più".
"Signore del cielo e
della terra, - è stata l'invocazione del Papa nell'
Urbi et
Orbi - guarda a questo nostro pianeta, che spesso la cupidigia
e l'avidità degli uomini sfrutta in modo indiscriminato. Assisti
e proteggi quanti sono vittime di calamità naturali, soprattutto
il caro popolo filippino, gravemente colpito dal recente
tifone".
"Benedici la Terra che
hai scelto per venire nel mondo - è l'invocazione del Papa a
Dio, principe della pace - e fa giungere a felice esito i
negoziati di pace tra Israeliani e Palestinesi. Sana le piaghe -
ha aggiunto nel messaggio - dell'amato Iraq,
colpito ancora da frequenti attentati"."Dona pace - ha detto
il Papa latinoamericano - alla Repubblica Centroafricana, spesso
dimenticata dagli uomini. Ma tu, Signore, non dimentichi
nessuno! E vuoi portare pace anche in quella terra, dilaniata da
una spirale di violenza e di miseria, dove tante persone sono
senza casa, acqua e cibo, senza il minimo per vivere. Favorisci
la concordia nel Sud-Sudan, dove le tensioni attuali hanno già
provocato diverse vittime e minacciano la pacifica convivenza di
quel giovane Stato". "Tu, Principe della pace, - ha proseguito -
converti ovunque il cuore dei violenti perché depongano le armi
e si intraprenda la via del dialogo. Guarda alla Nigeria,
lacerata da continui attacchi che non risparmiano gli innocenti
e gli indifesi". "Non abbiamo paura che
il nostro cuore si commuova, - ha esortato il Papa a braccio -
ne abbiamo bisogno, lasciamolo riscaldare dalla tenerezza di
Dio" le "carezze di Dio non fanno ferite, ci danno pace e forza,
abbiamo bisogno delle sue carezze". "Lasciamoci commuovere dalla
bontà di Dio", ha concluso riprendendo il testo scritto.