Un invito agli Stati a “difendere e promuovere la libertà religiosa” e “proteggere le minoranze religiose”: lo ha espresso Benedetto XVI nel messaggio rivolgendosi ai membri della Pontificia accademia delle scienze sociali, presieduta da Mary Ann Glendon, in occasione della XVII sessione plenaria sul tema “Diritti universali in un mondo diversificato. La questione della libertà religiosa”, che si è svolta in Vaticano dal 29 aprile al 3 maggio. Secondo il Papa i diritti alla libertà religiosa e di culto, riconosciuti e sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite, sono oggi “di nuovo minacciati da atteggiamenti e ideologie che ostacolano la libera espressione religiosa”. Di conseguenza, si fa sempre più urgente “la sfida di difendere e promuovere il diritto alla libertà di religione e culto”. “Ogni Stato ha il diritto sovrano di promulgare la propria legislazione e di esprimere atteggiamenti diversi nei confronti della religione attraverso la legge – ha osservato il Papa -. Ci sono alcuni Stati che permettono un'ampia libertà religiosa, mentre altri la limitano per una serie di motivi, tra cui la diffidenza nei confronti della religione stessa”.La Santa Sede, ha proseguito Benedetto XVI, “continua a battersi per il riconoscimento del diritto umano fondamentale alla libertà religiosa da parte di tutti gli Stati, e li invita a rispettare, e se necessario proteggere, le minoranze religiose”. Anche se professano una fede diversa rispetto alla maggioranza, ha puntualizzato il Papa, le minoranze “aspirano a vivere in pace insieme ai loro concittadini e a partecipare pienamente alla vita civile e politica della nazione, a vantaggio di tutti”.