Nella catechesi odierna Papa Francesco ha riflettuto sulla misericordia che ci salva e ha al centro il brano del Vangelo di Matteo (11, 2-6) nel quale si rivela la bontà e la misericordia di Gesù.
A Giovanni Battista che dal carcere manda i suoi discepoli da Gesù per domandargli se lui sia il Messia, Gesù risponde di essere lo strumento concreto della misericordia del Padre, che a tutti va incontro portando la consolazione e la salvezza, e in questo modo manifesta il giudizio di Dio. «I ciechi - ha proseguito il Papa -, gli zoppi, i lebbrosi, i sordi, recuperano la loro dignità e non sono più esclusi per la loro malattia, i morti ritornano a vivere, mentre ai poveri è annunciata la Buona Notizia. E questa diventa la sintesi dell’agire di Gesù, che in questo modo rende visibile e tangibile l’agire stesso di Dio». «Il messaggio che la Chiesa - ha sottolineato ancora il Papa - riceve da questo racconto della vita di Cristo è molto chiaro. Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo per punire i peccatori né per annientare i malvagi. A loro è invece rivolto l’invito alla conversione affinché, vedendo i segni della bontà divina, possano ritrovare la strada del ritorno».
Il Papa ha messo in guardia ogni uomo a «costruirsi immagini di Dio che gli impediscono di gustare la sua reale presenza». «Alcuni si ritagliano una fede “fai da te” che riduce Dio nello spazio limitato dei propri desideri e delle proprie convinzioni - ha sottolineato Papa Francesco -. Ma questa fede non è conversione al Signore che si rivela, anzi, gli impedisce di provocare la nostra vita e la nostra coscienza. Altri riducono Dio a un falso idolo; usano il suo santo nome per giustificare i propri interessi o addirittura l’odio e la violenza. Per altri ancora Dio è solo un rifugio psicologico in cui essere rassicurati nei momenti difficili: si tratta di una fede ripiegata su sé stessa, impermeabile alla forza dell’amore misericordioso di Gesù che spinge verso i fratelli. Altri ancora considerano Cristo solo un buon maestro di insegnamenti etici, uno fra i tanti della storia. Infine, c’è chi soffoca la fede in un rapporto puramente intimistico con Gesù, annullando la sua spinta missionaria capace di trasformare il mondo e la storia». L'invito finale di Papa Francesco è a «non frapporre alcun ostacolo all’agire misericordioso del Padre», «ma domandiamo il dono di una fede grande per diventare segni e strumenti di misericordia».
Il Papa ha messo in guardia dal ritagliarsi «una fede “fai da te” che riduce Dio nello spazio limitato dei propri desideri e delle proprie convinzioni. Ma questa fede non è conversione al Signore».
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