La Costituzione italiana parla chiaro: le famiglie, a partire da quelle numerose, debbono essere sostenute; lo dice l'articolo 31. "Ma questo non trova riscontro nei fatti": è Papa Francesco a parlare, sferzando i politici perché in Italia si fa poco e da anni il tasso di natalità da anni è sempre più basso. E allora "auspico una maggiore attenzione - è l'appello di Francesco - della politica e degli amministratori pubblici, ad ogni livello, al fine di dare il sostegno previsto alle famiglie".Il Papa, nel giorno in cui la Chiesa celebra la Sacra Famiglia, ha parlato di questi temi all'Angelus di domenica 28 dicembre, l'ultimo del 2014, ma soprattutto all'udienza del mattino con le famiglie numerose. Nuclei extra-large con quattro, cinque, dieci e anche più figli, naturali, adottati o in affido, radunati nell'associazione che celebra quest'anno il decennale. L'Aula Paolo VI brulicava di bambini e ragazzi di ogni età con i loro genitori. Nelle brevi testimonianze hanno parlato di una vita in cui tutto è all'insegna del low-cost, dalle vacanze all'abbigliamento. Ma è una vita piena, segnata dall'allegria. Il Papa comincia subito con una battuta rivolta ai piccoli: "A che ora vi siete alzati oggi? Alle 6? Alle 5? E non avete sonno? Ma io con questo discorso vi farò dormire!".E invece il saluto del Papa è tutto un inno alla famiglia, quella "larga", come la chiama Francesco, dove ci sono anche i nonni e "le generazioni si incontrano e si aiutano". E "in un mondo segnato dall'egoismo - prosegue - la famiglia numerosa è una scuola di solidarietà e condivisione".Ma la sensazione delle famiglie è di essere lasciate sole. "Giustamente voi ricordate - ha commentato Papa Francesco - che la Costituzione italiana, all'articolo 31, chiede un particolare riguardo per le famiglie numerose; ma questo non trova adeguato riscontro nei fatti". E invece "ogni famiglia è cellula della società, ma la famiglia numerosa è una cellula più ricca, più vitale, e lo Stato ha tutto l'interesse a investire su di essa".E poi ci sono le famiglie in difficoltà, perché hanno perso l'armonia o perché piegate dalla crisi, dalla mancanza di lavoro, da malattie, dalla necessità di emigrare. A questi nuclei più deboli non deve mancare "calore umano" e "la nostra concreta solidarietà", ha detto poi Bergoglio all'Angelus. Non poteva mancare il riferimento ai nonni e al loro "ruolo prezioso nelle famiglie e nella società". Se i genitori sono "il tronco", i nonni sono "le radici". E nel giorno in cui il Vangelo ha tra i protagonisti due anziani, Anna e Simeone, il Papa affacciato alla finestra del Palazzo apostolico ha chiesto alla piazza, affollata da 60mila fedeli, un applauso per tutti i nonni d'Italia. Anche perché Bergoglio in fondo si sente uno di loro. Salutando le famiglie numerose nell'aula Paolo VI infatti aveva detto: "Continuate a pregare per me. Io sono un po' il nonno di tutti voi".