Il Papa si rivolge agli atleti, sono circa seimila, e dice loro: "Siete venuti da tante parti del mondo, e ognuno di voi porta con sé la propria esperienza di sportivo e prima di tutto di uomo e di donna: porta le conquiste, i traguardi raggiunti con tanta fatica, anche con tante difficoltà che ha dovuto affrontare. Ciascuno di voi però è testimone di quanto sia importante vivere queste gioie e queste fatiche nell'incontro con gli altri, poter condividere la propria 'corsa', trovare un gruppo di amici che ti danno una mano e dove tu dai una mano agli altri. E così ognuno riesce a dare il meglio di sé!".
Il Papa ricorda che anche il mondo dello sport deve favorire la cultura dell'inclusione: "lo sport promuove contatti e relazioni con persone che provengono da culture e ambienti diversi, ci abitua a vivere accogliendo le differenze, a fare di esse un'occasione preziosa di reciproco arricchimento e scoperta. Soprattutto, lo sport diventa un'occasione preziosa per riconoscersi come fratelli e sorelle in cammino, per favorire la cultura dell'inclusione e respingere la cultura dello scarto".
"Che dunque lo sport sia per voi tutti una palestra nella quale allenarvi quotidianamente al rispetto di voi stessi e degli altri, una palestra - è il monito di Bergoglio - che vi dia l'occasione di conoscere persone e ambienti nuovi e vi aiuti a sentirvi parte attiva della società. Che possiate sperimentare, anche attraverso la pratica sportiva, la vicinanza di Dio e l'amicizia dei fratelli e delle sorelle. Vi ringrazio di questo incontro. Benedico tutti voi e vostri cari. E, per favore, ricordatevi di pregare per me!".