sabato 27 febbraio 2016
Un forte coinvolgimento dei giovani nel fare impresa: lo ha chiesto Papa Francesco nell'udienza giubilare con i rappresentanti di Confindustria (IL TESTO).
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Il Papa: il mercato non è un assoluto
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Le imprese si aprano ai giovani. Lo ha chiesto Papa Francesco nell'udienza giubilare con i rappresentanti di Confindustria. Sono loro, ha spiegato, i "potenziali lavoratori" di domani. Ma oggi sono "prigionieri della precarietà o di lunghi periodi di disoccupazione, non vengono interpellati da una richiesta di lavoro che dia loro, oltre a un onesto salario, anche quella dignità di cui a volte si sentono privati". Il pensiero sociale di Papa Francesco è ben noto. L’Evangelii gaudium e la Laudato si’ hanno ampiamente chiarito cosa il Papa pensi quando si parli del rapporto uomo-economia. E i due documenti – il primo dei quali citato nel suo indirizzo dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi – sono le sponde fra le quali Francesco procede per rivolgersi alle migliaia di grandi e piccoli imprenditori che riempiono l’Aula Paolo VI, scena mai vista in Vaticano. Nell'ambito del giubileo degli industriali, e in particolare nell'udienza concessa a Confindustria, Papa Francesco ha voluto riflettere stimolato dall’espressione “Fare insieme”: Che cosa ha detto Papa Francesco agli imprenditori di Confindustria nell'udienza giubilare?

“‘Fare insieme’ vuol dire, infatti, impostare il lavoro non sul genio solitario di un individuo, ma sulla collaborazione di molti. Significa, in altri termini, ‘fare rete’ per valorizzare i doni di tutti, senza però trascurare l’unicità irripetibile di ciascuno. Al centro di ogni impresa vi sia dunque l’uomo: non quello astratto, ideale, teorico, ma quello concreto, con i suoi sogni, le sue necessità, le sue speranze e le sue fatiche”.

Il no di Papa Francesco a raccomandazioni e favoritismi“La vostra via maestra sia sempre la giustizia, che rifiuta le scorciatoie delle raccomandazioni e dei favoritismi, e le deviazioni pericolose della disonestà e dei facili compromessi”. È il passo più applaudito del discorso del Papa agli imprenditori riuniti in Confindustria, ai quali ha chiesto di “essere costruttori del bene comune e artefici di un nuovo umanesimo del lavoro”.

“Siete chiamati a tutelare la professionalità e, al tempo stesso, a prestare attenzione alle condizioni in cui il lavoro si attua, perché non abbiano a verificarsi incidenti e situazioni di disagio”, il monito di Francesco, per il quale “la legge suprema sia in tutto l’attenzione alla dignità dell’altro, valore assoluto e indisponibile”.Per un'economia di tutti e per tutti“Sia questo orizzonte di altruismo a contraddistinguere il vostro impegno”, ha proseguito il Papa ricevendo un altro applauso al termine dell’appello: “Esso vi porterà a rifiutare categoricamente che la dignità della persona venga calpestata in nome di esigenze produttive, che mascherano miopie individualistiche, tristi egoismi e sete di guadagno”. “Il bene comune sia la bussola che orienta l’attività produttiva, perché cresca un’economia di tutti e per tutti”, che non sia “insensibile allo sguardo dei più bisognosi”, l’altro invito del Papa, che ha assicurato: “Essa è davvero possibile, a patto che la semplice proclamazione della libertà economica non prevalga sulla concreta libertà dell’uomo e sui suoi diritti, che il mercato non sia un assoluto, ma onori le esigenze della giustizia e, in ultima analisi, della dignità della persona”.

“Perché non c’è libertà senza giustizia e non c’è giustizia senza il rispetto della dignità di ciascuno”, ha concluso il Papa tra gli applausi.

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