mercoledì 1 dicembre 2010
«I vescovi possano testimoniare la loro fede con coraggio: sosteniamo i fedeli con la preghiera»: così ha parlato il Papa, al termine dell’udienza generale. Pochi giorni fa in Cina è stato ordinato un vescovo senza l'approvazione del Papa, atto giudicato una «grave violazione della libertà di religione e di coscienza». Intanto il cardinale Bertone, durante il vertice dell'Osce, ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché combatta «l'intolleranza e la discriminazione contro i cristiani». IL TESTO DELL'UDIENZA
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Un appello a “sostenere” la Chiesa cattolica in Cina. A rivolgerlo è stato oggi il Papa, al termine dell’udienza generale, prima dei tradizionali saluti ai fedeli italiani che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì, svoltosi in Aula Paolo VI di fronte a circa 3.500 fedeli. “Raccomando alle preghiere vostre e dei cattolici di tutto il mondo la Chiesa in Cina, che come sapete, sta vivendo momenti particolarmente difficili”, ha esordito Benedetto XVI. Di qui la richiesta del Santo Padre di “sostenere tutti i vescovi cinesi, a me tanto cari, affinché testimonino la loro fede con coraggio riponendo ogni speranza nel Salvatore che attendiamo”. Il Papa ha affidato inoltre a Maria “tutti i cattolici di quell’amato Paese, perché, con la sua intercessione, possano realizzare un’autentica esistenza cristiana in comunione con la Chiesa universale, contribuendo così anche all’armonia e al bene comune del loro nobile popolo”.Pochi giorni fa in Cina è stato ordinato un vescovo, Giuseppe Guo Jincai, senza l'approvazione del Papa, atto che è stato giudicato dal Vaticano una "grave violazione della libertà di religione e di coscienza".APPELLO DEL CARDINALE BERTONE“La comunità internazionale deve combattere l’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani con la stessa determinazione con cui lotta contro l’odio nei confronti di membri di altre comunità religiose. E gli Stati partecipanti all’Osce si sono impegnati a farlo”. È l’appello lanciato questa mattina dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, nel suo intervento all’Incontro al Vertice dei Capi di Stato o di governo dei 56 Stati dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), di cui la Santa Sede fa parte, in corso fino a domani ad Astana (Kazakhstan). Quest’anno ricorrono i 35 anni dell’Atto Finale di Helsinki (1973), il cui “Documento Finale è uno degli strumenti più significativi del dialogo internazionale” ha rammentato il card. Bertone rilanciando l’attualità dei suoi “famosi «dieci principi»” che “costituiscono la base sulla quale i popoli d’Europa”, per anni vittime di guerre e divisioni, “hanno voluto consolidare e preservare la pace, in modo tale da permettere alle generazioni future di vivere nell’armonia e nella sicurezza”. Tra questi principi, ha osservato, la “difesa delle libertà fondamentali e dei diritti umani” all’interno dei quali spicca “il diritto alla libertà religiosa”, oggi in diversi Paesi spesso negato da “leggi intolleranti e discriminatorie” o da “azioni e omissioni che negano questa libertà”.
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