Appena giunto sul sagrato della basilica Vaticana, al papa è stato messo sulle spalle il foulard bianco simbolo del raduno organizzato dal "Coetus Internationalis Ministrantium". Nel guardare lo spettacolo della piazza, piena di giovani, bandiere , colori, Benedetto XVI ha espresso la sua "gioia". "benvenuti", ha ripetuto in tante lingue, mentre le delegazioni dei "ministranti", così si chiamano dopo il Concilio Vaticano II i "chierichetti", lo salutavano con boati di entusiasmo. Nel suo discorso, in lingua tedesca, il pontefice ha ricordato la storia di san Tarcisio, il patrono dei ministranti: un giovane di Roma che, all'epoca delle persecuzioni dell'imperatore Valeriano, morì, picchiato selvaggiamente da suoi coetanei, mentre cercava di proteggere ostie consacrate destinate a cristiani malati o carcerati. Una statua di bronzo, alta 5 metri, del giovane santo è stata portata nella piazza. Benedetto XVI ha esortato i giovani ad ispirarsi al suo esempio: "a noi - ha spiegato - probabilmente non è richiesto il martirio, ma Gesù ci domanda la fedeltà alle piccole cose di ogni giorno, alla testimonianza del suo amore, frequentando la Chiesa e i tanti amici con i quali impariamo a conoscerlo sempre di più". "Svolgete con amore, con devozione e con fedeltà il vostro compito di ministranti - ha aggiunto - ... aiutando i vostri sacerdoti nel servizio all'altare contribuite a rendere Gesù più vicino, ad essere sempre più presente nella vita di ogni giorno, nella Chiesa e in ogni luogo".