Nell’Ascensione di Gesù al cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Pasqua, si contempla “il mistero di Gesù che esce dal nostro spazio terreno per entrare nella pienezza della gloria di Dio, portando con sé la nostra umanità”. Il Papa nota che i discepoli non sono tristi per il fatto che Gesù non sia più fisicamente in mezzo a loro, ma tornano con gioia a Gerusalemme, la città che aveva rifiutato il Maestro: “Da quel giorno per gli Apostoli e per ogni discepolo di Cristo è stato possibile abitare a Gerusalemme e in tutte le città del mondo, anche in quelle più travagliate dall’ingiustizia e dalla violenza, perché sopra ogni città c’è lo stesso cielo ed ogni abitante può alzare lo sguardo con speranza. Gesù, Dio, è uomo vero, col suo corpo di uomo è in cielo! E questa è la nostra speranza, è l’àncora nostra, che è là, e noi siamo saldi in questa speranza, se guardiamo il cielo. In questo cielo abita quel Dio che si è rivelato così vicino da prendere il volto di un uomo, Gesù di Nazaret. Egli rimane per sempre il Dio-con-noi – ricordiamo questo: Emmanuel, Dio con noi - e non ci lascia soli!".I discepoli possono ora annunciare a tutti la vita nuova che viene dal Crocifisso Risorto: “Questa è la testimonianza – fatta non solo con le parole ma anche con la vita quotidiana – la testimonianza che ogni domenica dovrebbe uscire dalla nostre chiese per entrare durante la settimana nelle case, negli uffici, a scuola, nei luoghi di ritrovo e di divertimento, negli ospedali, nelle carceri, nelle case per gli anziani, nei luoghi affollati degli immigrati, nelle periferie della città…”.E’ una testimonianza resa possibile dalla Spirito Santo: “Qui sta il segreto di questa missione: la presenza tra noi del Signore risorto, che con il dono dello Spirito continua ad aprire la nostra mente e il nostro cuore, per annunciare il suo amore e la sua misericordia anche negli ambienti più refrattari delle nostre città. È lo Spirito Santo il vero artefice della multiforme testimonianza che la Chiesa e ogni battezzato rendono nel mondo. Pertanto, non possiamo mai trascurare il raccoglimento nella preghiera per lodare Dio e invocare il dono dello Spirito”.Il Papa si unisce quindi spiritualmente ai fedeli radunati al Santuario di Pompei per la tradizionale Supplica alla Madonna del Rosario. Poi ricorda che oggi ricorre la 50ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, voluta dal Concilio Vaticano II nella consapevolezza dell’importanza cruciale delle comunicazioni, che «possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale» (Messaggio 2016): “Rivolgo a tutti gli operatori della comunicazione un saluto cordiale, e auspico che il nostro modo di comunicare nella Chiesa abbia sempre un chiaro stile evangelico, uno stile che unisca la verità e la misericordia”.Infine, il Papa ricorda che in tanti Paesi oggi si celebra la festa della mamma: “Ricordiamo con gratitudine e affetto tutte le mamme, quelle che sono oggi in piazza, le nostre mamme, quelle che ancora sono fra noi e quelle che sono andate in cielo, affidandole a Maria, la mamma di Gesù. E insieme per tutte le mamme preghiamo l’Ave Maria…".
Francesco ha salutato partecipanti alla sesta edizione della Marcia per la Vita.