lunedì 22 novembre 2010
L'appello di Benedetto XV all'Agelus in occasione della giornata di preghiera della Cei per le vittime cristiane in Iraq. «In ogni parte del mondo sia assicurata a tutti la libertà religiosa». Si è chiuso il Concistoro: «Stare con Gesù, come Maria, e non chiedergli di scendere dalla croce, ma rimanere lì con Lui». Questo «il primo e fondamentale messaggio che la Parola di Dio oggi dice a noi: a me, Successore di Pietro, e a voi, cardinali». L'ANGELUS | L'OMELIA
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«Stare con Gesù, come Maria, e non chiedergli di scendere dalla croce, ma rimanere lì con Lui». Questo «il primo e fondamentale messaggio che la Parola di Dio oggi dice a noi: a me, Successore di Pietro, e a voi, cardinali». Lo ha detto, nella solennità di Cristo Re, Benedetto XVI, durante la concelebrazione eucaristica, nella basilica vaticana, con i nuovi 24 cardinali creati nel Concistoro di ieri, durante la quale ha consegnato loro l’anello cardinalizio.«Sappiamo dai Vangeli – ha ricordato il Papa - che la croce fu il punto critico della fede di Simon Pietro e degli altri Apostoli. E’ chiaro e non poteva essere diversamente: erano uomini e pensavano "secondo gli uomini"; non potevano tollerare l’idea di un Messia crocifisso. La "conversione" di Pietro si realizza pienamente quando rinuncia a voler "salvare" Gesù e accetta di essere salvato da Lui. Rinuncia a voler salvare Gesù dalla croce e accetta di essere salvato dalla sua croce». Il ministero di Pietro «consiste tutto nella sua fede, una fede che Gesù riconosce subito, fin dall’inizio, come genuina, come dono del Padre celeste; ma una fede che deve passare attraverso lo scandalo della croce, per diventare autentica, davvero "cristiana", per diventare ‘roccia’ su cui Gesù possa costruire la sua Chiesa». «Anche il mio ministero, cari fratelli, e di conseguenza anche il vostro, consiste tutto nella fede – ha aggiunto il Santo Padre -. Gesù può costruire su di noi la sua Chiesa tanto quanto trova in noi di quella fede vera, pasquale, quella fede che non vuole far scendere Gesù dalla Croce, ma si affida a Lui sulla Croce. In questo senso il luogo autentico del Vicario di Cristo è la Croce, persistere nell’obbedienza della Croce».«E’ difficile questo ministero – ha ammesso il Pontefice -, perché non si allinea al modo di pensare degli uomini, a quella logica naturale che peraltro rimane sempre attiva anche in noi stessi. Ma questo è e rimane sempre il nostro primo servizio, il servizio della fede, che trasforma tutta la vita: credere che Gesù è Dio, che è il Re proprio perché è arrivato fino a quel punto, perché ci ha amati fino all’estremo». E «questa regalità paradossale, dobbiamo testimoniarla e annunciarla come ha fatto Lui, il Re, cioè seguendo la sua stessa via e sforzandoci di adottare la sua stessa logica, la logica dell’umiltà e del servizio, del chicco di grano che muore per portare frutto». Il Papa e i cardinali, ha precisato Benedetto XVI, «sono chiamati ad essere profondamente uniti prima di tutto in questo: tutti insieme, sotto la guida del Successore di Pietro, devono rimanere nella signoria di Cristo, pensando e operando secondo la logica della Croce – e ciò non è mai facile né scontato». In questo, ha evidenziato il Papa, «dobbiamo essere compatti, e lo siamo perché non ci unisce un’idea, una strategia, ma ci uniscono l’amore di Cristo e il suo Santo Spirito. L’efficacia del nostro servizio alla Chiesa, la Sposa di Cristo, dipende essenzialmente da questo, dalla nostra fedeltà alla regalità divina dell’Amore crocifisso. Per questo, sull’anello che oggi vi consegno, sigillo del vostro patto nuziale con la Chiesa, è raffigurata l’immagine della Crocifissione. E per lo stesso motivo il colore del vostro abito allude al sangue, simbolo della vita e dell’amore».Per i cristiani perseguitati e la Giornata pro orantibus. «In Italia, su invito dei vescovi, le comunità ecclesiali pregano per i cristiani che soffrono persecuzioni e discriminazioni, specialmente in Iraq. Mi unisco a questa corale invocazione al Dio della vita e della pace, affinché in ogni parte del mondo sia assicurata a tutti la libertà religiosa. Sono vicino a questi fratelli e sorelle per l’alta testimonianza di fede che rendono a Dio», ha affermato Benedetto XVI dopo la recita dell’Angelus. Ha poi ricordato che, nell’odierna memoria della Presentazione al Tempio della Beata Vergine Maria, «la Chiesa si stringe con particolare affetto alle monache e ai monaci di clausura: è la "Giornata pro Orantibus"» e che sempre oggi ricorre anche la “Giornata delle vittime della strada”. «Incoraggio a proseguire nell’impegno della prevenzione, che sta dando buoni risultati, ricordando sempre che la prudenza e il rispetto delle norme sono la prima forma di tutela di sé e degli altri», ha osservato. Nei saluti plurilingue, in italiano il Papa ha menzionato «la qualificata rappresentanza dell’Arma dei carabinieri, guidata dal comandante generale e dall’ordinario militare, in occasione della festa di Maria Santissima, venerata quale patrona col titolo di Virgo Fidelis».
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