Alla popolazione genovese duramente colpita dall’alluvione è andato il pensiero del
Papa, che ieri al termine dell’Angelus in Piazza San Pietro ha ricordato Genova e l’ha affidata alla sua Patrona, la Madonna della Guardia. In città, intanto, questa mattina hanno ripreso a spalare, gli “angeli del fango”, i giovani volontari impegnati ad aiutare residenti e commercianti a tornare alla normalità. “In questo momento, il nostro pensiero va alla città di Genova un'altra volta duramente colpita dall’alluvione. Assicuro la mia preghiera per la vittima e per quanti hanno subito gravi danni. La Madonna della Guardia sostenga la cara popolazione genovese nell’impegno solidale per superare la dura prova. Preghiamo tutti insieme la Madonna della Guardia”.Preghiera e impegno: come dice Papa Francesco ci vogliono entrambi per far risollevare la città di Genova colpita dalla nuova, ennesima alluvione. Dopo una notte in cui è piovuto ma senza emergenze, il sindaco Marco Doria ha fatto un sopralluogo nelle zone alluvionate in cui ha incontrato cittadini e commercianti, ricevendo anche qualche contestazione. E mentre arriva dall’autopsia la conferma che l’infermiere in pensione, unica vittima del disastro, è morto per annegamento, si fa la conta dei danni tra polemiche, lungaggini burocratiche e la minaccia di una nuova perturbazione che incombe sulla Liguria, dove arriverà già stasera. Anche la Chiesa, con lo
stanziamento di un milione di euro da parte della Cei, è in prima linea: lo ha ricordato il presidente e arcivescovo di Genova, il cardinale
Angelo Bagnasco, che ha lasciato il Sinodo per raggiungere Genova e che ha annunciato per la prossima domenica una raccolta di fondi in tutte le parrocchie. “È importante far sentire la vicinanza ai cittadini – ha detto – la gente è percossa ma non piegata, ha voglia di riscatto e chiede di non essere lasciata sola”. Sul fronte economico, il porporato ha definito “non da Paese civile” il fatto che esistano delle risorse stanziate, ma bloccate da liti interne, mentre si augura che la politica dia seguito alle promesse fatte e “abbia il coraggio di semplificare la burocrazia e avviare subito interventi urgenti”. “La gente vive ogni giorno – ha concluso – e non può attendere”.E'
trascorsa senza problemi la notte a Genova che
da giorni sta cercando di recuperare normalità dopo l'alluvione
avvenuta tra giovedì e venerdì scorsi e che ha causato un morto
e
danni, stimati al momento, per oltre 300 milioni. Gli
annunciati forti temporali non ci sono stati e ci sono stati
solo leggeri piovaschi, soprattutto nelle zone collinari della
provincia.
Resta, comunque, l'allerta 2, quella massima, fino
alle 24 di oggi. La Protezione civile e i previsori di meteo
dell'Arpal confermano l'arrivo della perturbazione, segnalata
sul confine francese. Aumenta intanto il numero delle
persone sfollate a causa del maltempo. Alle 60 persone che nel
tardo pomeriggio di domenica erano state costrette a lasciare le loro
abitazioni, in serata si sono aggiunte altre 8 famiglie.
In città, per tutta la notte, squadre della Protezione
civile, pattuglie di vigili urbani e volontari hanno presidiato
le zone a rischio e controllato che venissero rispettate le
chiusure stradali nelle aree più danneggiate dall'alluvione.
Una curiosità: su Genova è stato registrato vento caldo da
sud, che alle cinque del mattino ha segnato una temperatura tra
i 23 e i 25 gradi.
Duramente contestato il
sindaco di Genova Marco Doria che ieri si è recato nel quadrilatero del fango per il suo primo sopralluogo dopo l'esondazione. I genovesi hanno approfittato di avere il primo cittadino
con i piedi nel fango per chiedergli le dimissioni.
"Pagliacci, ancora parlate, dimezzatevi gli stipendi" gli
hanno urlato dietro. E pure "Prendi la pala e pulisci" e "avete
anche il coraggio di chiederci la Tasi", urlano i commercianti.
Ma c'è anche chi usa toni pacati: "Cercate chi vi può aiutare
anche tra i cittadini, raccogliete le idee di chi può dare una
mano".
"Me lo aspettavo" ha detto più tardi Doria che afferma però
di aver visto come la gente sia stata anche capace di reagire
immediatamente. Infatti i genovesi hanno reagito: prima alla
rabbia del fiume poi inveendo contro il sindaco, assunto a
simbolo della politica che non si occupa della cosa pubblica. La
prima cosa che ci tiene a dire Doria, nel giorno della rabbia e
del dispetto, è che potrebbe anche pensare alle dimissioni se
questo "aiutasse a risolvere i problemi", ma dice che non ci
pensa, e poi che i cittadini alluvionati si vedranno esimere
dalle tasse comunali, che martedì si affiderà la gara per lo
scolmatore del Fereggiano, e chiede che il governo intervenga
con finanziamenti ad hoc. E il premier
Matteo Renzi pare ascoltarlo, annunciando
che
troverà i soldi tra i due miliardi non spesi per i ritardi
della burocrazia. Ma non sembra bastare. La rabbia è lì, latente
e terribile come il temporale. E lo
dimostra lo scontro tra polizia e angeli del fango con i
secondi che invitano gli agenti a spalare: tensione. Poi tutto
si placa.
Non si ferma invece
l'attività degli sciacalli, altri quattro
arresti. E
sono già 14, tutti dell'Est Europa. Loro non temono
il temporale che prolunga l'allerta 2, quella massima, fino alla
mezzanotte di lunedì, che tiene chiusi scuole, mercati, parchi,
impianti sportivi, cimiteri.
Il
governatore Claudio Burlando annuncia che se riceverà "il
via libera dall'Avvocatura dello Stato e dal Governo in pochi
giorni affido l'opera per la messa in sicurezza del Bisagno". E
il premier Renzi annuncia di essere determinato come gli angeli
del fango. "Userò la stessa determinazione per spazzare via il
fango della mala burocrazia, dei ritardi, dei cavilli. Potete
esserne sicuri. Basta scaricabarile: è il tempo del coraggio e
nessuno può tirarsi indietro". E sollecita: nessuna passerella
elettorale.
Beppe Grillo, che annuncia la calata su Genova per martedì, sollecita Renzi a darsi da fare perché "l'Italia sta
andando al bagno. Non abbiamo più mille giorni. Martedì a Genova
a spalare".