Grande emozione. Grande gioia. Una giornata davvero particolare. Per molti già di portata storica. Papa Francesco è tornato a Caserta per la seconda volta. Lo ha fatto per andare a trovare un suo amico, il pastore evangelico Giovanni Traettino. E poi, dopo un incontro strettamente personale, ha anche incontrato la comunità protestante casertana, nella chiesa evangelica ancora in costruzione.
Francesco, di fronte ai fratelli evangelici, ha chiesto "perdono" per le leggi razziali che perseguitarono gli evangelici durante il fascismo. Lo ha fatto nella Chiesa della Riconciliazione di Caserta, dove con il pastore evangelico Giovanni Traettino ha parlato ai fedeli. Quelle leggi "sulla purezza della razza", ha detto il Papa furono fatte da "quelli che hanno perseguitato e denunciato i fratelli pentecostali perchè erano quasi pazzi e rovinavano la razza. Io sono pastore dei cattolici e vi chiedo perdono per quello. Vi chiedo perdono per quei fratelli e sorelle cattolici che sono stati tentati dal diavolo".
All’incontro, nella Chiesa pentecostale della Riconciliazione, hanno partecipato circa 350 persone, in gran parte evangelici provenienti anche da Stati Uniti e Argentina. Il pastore Traettino aveva partecipato il primo giugno scorso all’incontro di Papa Francesco allo Stadio Olimpico di Roma con il Rinnovamento nello Spirito e da anni lavora al dialogo tra carismatici cattolici e carismatici protestanti.
"Qualcuno si stupisce che il Papa
sia venuto a trovare gli evangelici - ha detto Francesco in chiesa nel discorso a braccio -: sono a trovare i fratelli". Per il Papa, ha spiegato lui
stesso, è "una tentazione dire: io sono la Chiesa tu sei la
setta. Gesù ha pregato per l'unità. Lo Spirito Santo fa la
diversità nella Chiesa. Lui fa la diversità. Ma poi lo stesso
Spirito Santo fa l'unità e la Chiesa è una nella diversità.
Una diversità riconciliata per lo Spirito Santo".
Francesco ha poi ripreso anche il tema delle periferie: "Andare alle periferie per fare l'unità", è stato il suggerimento esplicito che Papa Francesco ha
voluto dare con la sua visita alla chiesa pentecostale di Caserta. "Non si può predicare - ha spiegato - un Vangelo puramente intellettuale: il Vangelo è
amore e bellezza. Questo cammino dobbiamo farlo con i
fratelli". "Loro - ha scandito parlando dei pentecostali e
rivolgendosi idealmente ai cattolici - sono fratelli". Quella
della divisione, ha spiegato, "è una storia triste, quella di
chi ha vissuto una verità e non se ne accorgeva". "La verità
nella vita - ha poi continuato il Papa - si cerca ma il mistero
più grande è quando che noi lo troviamo Dio ci ha già
trovato per primo. Lui è sempre primo di noi". "È il primo -
ha concluso - che fiorisce nella primavera".
"La nostra gioia è grande, quella mia e
della mia famiglia. Le vogliamo bene - ha detto davanti a tutti i pastore Giovanni Traettino, introducendo Francesco -. Una cosa deve saperla: verso la
sua persona c'è grande affetto e tanti noi pregano per lei. Del
resto è facile volerle bene. E alcuni di noi credono addirittura
che la sua elezione è opera dello Spirito Santo"
"Con questo gesto davvero inatteso ha
allargato la porta - ha continuato Traettino -. Si è voluto sobbarcare addirittura due viaggi a
Caserta. Non le è bastato affidare il suo cuore a un docimento o a
un messaggero. Ha voluto toccarci di persona. Ha mostrato un grande
coraggio e libertà e ha consegnato se stesso alla nostra diversita e
anche al nostro abbraccio. La gloria dell'umiltà. È sufficiente un
pò di potenza. Ce ne vuole molta". Poi prima dell'intervento del Papa, Traettino e Francesco si sono stretti in lungo abbraccio.
Terminata la cerimonia di
preghiera con i 350 fedeli della Chiesa evangelica, Papa
Francesco è andato a pranzo in un locale seminterrato,
adibito a foresteria. A tavola con lui circa 70 invitati, tra cui diversi pastori evangelici con le loro famiglie. Una curiosità, nel menu anche una delle
specialità del luogo, mozzarella di bufala