lunedì 13 settembre 2010
Il Papa vede «con preoccupazione il crescente tentativo di eliminare il concetto cristiano di matrimonio e famiglia dalla coscienza della società». Ne ha parlato questa mattina con l'ambasciatore della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede, Walter Jünger. Il Papa ha poi parlato della medicina e delle biotecnologie.
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Il Papa vede “con preoccupazione, il crescente tentativo di eliminare il concetto cristiano di matrimonio e famiglia dalla coscienza della società”. Ne ha parlato questa mattina con l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede, Walter Jünger, ricevendone le lettere credenziali. “Il matrimonio – ha detto il Papa - si manifesta come unione duratura d’amore tra un uomo e una donna, che è sempre tesa anche alla trasmissione della vita umana”. Altra condizione del matrimonio – ha aggiunto – è “la disposizione dei partner a rapportarsi l’uno con l’altro per sempre. Per questo è necessaria una certa maturità della persona e un fondamentale atteggiamento esistenziale e sociale”. “In questo senso – ha detto il Papa -, la Chiesa non può approvare delle iniziative legislative che implichino una rivalutazione di modelli alternativi della vita di coppia e della famiglia. Esse contribuiscono all’indebolimento dei principi del diritto naturale e così alla relativizzazione di tutta la legislazione e anche alla confusione circa i valori nella società”. “Quando una volta si incomincia a distinguere – e spesso ciò accade già nel seno materno – tra vita degna e indegna di vivere, non sarà risparmiata nessun altra fase della vita, ancor meno l’anzianità e l’infermità”. Con l’ambasciatore tedesco, Walter Jünger, Benedetto XVI ha parlato delle “nuove possibilità della biotecnologia e della medicina” che “mettono spesso in situazioni difficili” perché il loro progresso rassomiglia “a un camminare sulla punta della cresta”. L’indicazione della Chiese è che “Noi abbiamo il dovere di studiare diligentemente fin dove questi metodi possono fungere d’aiuto per l’uomo e dove invece si tratta di manipolazione dell’uomo, di violazione della sua integrità e dignità. Non possiamo rifiutare questi sviluppi, ma dobbiamo essere molto vigilanti”. Nel chiudere il suo discorso all’ambasciatore, il Papa ha fatto riferimento anche a “certi fenomeni operanti nell’ambito dei media pubblici”. “Essendo in concorrenza sempre più forte – ha detto -, i mezzi di comunicazione si credono spinti a suscitare la massima attenzione possibile. Inoltre, è il contrasto che fa notizia in genere, anche se va a scapito della veracità del racconto. La cosa diventa particolarmente problematica quando personaggi autorevoli prendono pubblicamente posizione al riguardo, senza essere in grado di verificare tutti gli aspetti in modo adeguato”.
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