"Un movimento di spiritualità coniugale come il vostro si colloca pienamente all’interno della cura che la Chiesa vuole avere per le famiglie, e lo fa sia promuovendo la maturazione delle coppie che partecipano alle vostre équipes, sia con il sostegno fraterno apportato alle altre coppie alle quali esse sono inviate”: così il Papa ha salutato i partecipanti all'Incontro mondiale promosso dalle Equipes Notre-Dame, movimento laicale di spiritualità coniugale, nato in Francia nel 1938 per rispondere all’esigenza delle coppie di sposi di vivere in pienezza il proprio sacramento.
“Questo incontro che ho la gioia di vivere con voi – ha detto papa Francesco - precede di qualche settimana il Sinodo dei Vescovi che ho voluto riunire a Roma, affinché la Chiesa rifletta con sempre maggiore attenzione su ciò che vivono le famiglie, cellule vitali delle nostre società e della Chiesa, e che si trovano, come sapete, minacciate nell’attuale contesto culturale difficile. In questa circostanza chiedo a voi, come a tutte le coppie delle vostre équipes, di pregare con fede e fervore per i Padri Sinodali, per loro e per me”.
"Invito le coppie, fortificate dall’incontro in équipe, all’impegno missionari o - ha proseguito il Pontefice -. Questa missione che è loro affidata è tanto più importante in quanto l’immagine della famiglia – come Dio la vuole, composta da un uomo e una donna in vista del bene dei coniugi ed anche della generazione e dell’educazione dei figli – è deformata mediante potenti progetti contrari sostenuti da colonizzazioni ideologiche. Certo, voi siete già missionari per l’irradiazione della vostra vita di famiglia verso i vostri ambiti di amicizia e di relazioni, ed anche oltre. Infatti una famiglia felice, equilibrata, abitata dalla presenza di Dio parla di per sé stessa dell’amore di Dio per tutti gli uomini. Ma vi invito anche ad impegnarvi, se è possibile, in maniera sempre più concreta e con creatività sempre rinnovata, nelle attività che possono essere organizzate per accogliere, formare e accompagnare nella fede particolarmente le giovani coppie, prima e dopo il matrimonio”.
“Vi esorto anche a continuare a farvi vicini alle famiglie ferite, che sono oggi tanto numerose, a motivo della mancanza di lavoro, della povertà, di un problema di salute, di un lutto, della preoccupazione causata da un bambino, dello squilibrio provocato da una lontananza o un’assenza, di un clima di violenza. Dobbiamo avere il coraggio di entrare in contatto con queste famiglie, in maniera discreta ma generosa, materialmente, umanamente o spiritualmente, in quelle circostanze dove esse si trovano vulnerabili”.
“Infine non posso che incoraggiare le coppie delle Équipes Notre Dame ad essere strumenti della misericordia di Cristo e della Chiesa verso le persone il cui matrimonio è fallito. Non dimenticate mai che la vostra fedeltà coniugale è un dono di Dio, e che verso ciascuno di noi è stata usata misericordia. Una coppia unita e felice può comprendere meglio di chiunque altro, come dall’interno, la ferita e la sofferenza che provocano un abbandono, un tradimento, un fallimento dell’amore. E’ necessario quindi che voi possiate portare la vostra testimonianza e la vostra esperienza per aiutare le comunità cristiane a discernere le situazioni concrete di queste persone, ad accoglierle con le loro ferite, e ad aiutarle a camminare nella fede e nella verità, sotto lo sguardo di Cristo Buon Pastore, per prendere parte in modo appropriato alla vita della Chiesa. Non dimenticate neppure la sofferenza indicibile dei fanciulli che vivono queste dolorose situazioni familiari: a loro voi potete dare molto”.