Questa mattina alle 11 il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale Angelo Amato, presiederà la solenne Eucaristia per l’inizio dell’ostensione permanente delle reliquie del corpo di san Pio. La celebrazione si terrà a San Giovanni Rotondo nella chiesa dedicata al Santo da Pietrelcina, lì dove sono custodite le sue spoglie mortali, fino a ieri conservate in un sarcofago in legno, con rifiniture in argento, che proteggeva alla vista il corpo del frate con le stimmate. Con il cardinale Amato concelebreranno l’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, Michele Castoro, sacerdoti cappuccini e diocesani e assistenti spirituali dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio. Ci sarà anche l’arcivescovo Marcello Bartolucci, arcivescovo segretario della Congregazione, e i collaboratori che prestano servizio presso il dicastero. A fare da cornice tantissimi fedeli e devoti di Padre Pio giunti a migliaia a San Giovanni Rotondo per rendere omaggio al loro padre spirituale. Al termine della Messa, i concelebranti si recheranno in processione nella sottostante chiesa inferiore per la cerimonia di inizio dell’ostensione scoprendo la teca trasparente che protegge il corpo di San Pio. L’urna rimarrà nel luogo dove attualmente si trova: nell’intercapedine del plinto centrale della chiesa inferiore. In pratica sarà solo rimossa la cassa esterna in modo da rendere visibile il corpo del santo. Sul volto è stata rimessa la maschera in silicone del volto del santo. «L’ostensione permanente della reliquia del corpo dell’umile frate, in quest’Anno della fede, ripropone all’attenzione di tutti i fedeli la testimonianza di un santo che con tutta la sua esistenza ha annunciato il Cristo crocifisso e risorto», commenta Castoro. «Una costante assimilazione e conformazione a Cristo – aggiunge l’arcivescovo – che il popolo santo di Dio ha percepito fin da subito e che anche oggi si manifesta attraverso una devozione sempre feconda». La decisione di esporre alla venerazione del corpo di San Pio è maturata in seguito alle numerose telefonate, e-mail, lettere e alle continue richieste dei pellegrini che giungono a San Giovanni Rotondo, nelle quali si esprimeva il desiderio di poter pregare nuovamente dinanzi alle reliquie del venerato Cappuccino. «La Chiesa come ha insegnato il Concilio – spiega Castoro – si pone in ascolto dei suoi figli, raccogliendo quel
sensus fidei dei credenti, per cercare sia di interpretare quelle costanti antropologiche che vi sono sottese, sia per riorientare e magari purificare e rettificare questa profonda spiritualità verso quella centralità di Cristo che essa stessa professa e celebra, nella mensa della Parola e dell’Eucaristia». Com’è noto, infatti, la religiosità popolare e la stessa venerazione delle reliquie dei santi, sono come un prolungamento dell’azione liturgica della Chiesa e non la sostituiscono. Itinerario nel quale i Frati Cappuccini, confratelli di Padre Pio, accompagnano i tanti devoti mediante una proposta di riscoperta della centralità dell’Eucaristia. Così Castoro: «Per tanti pellegrini "vedere" le reliquie del Santo dovrà essere un’occasione per contemplare la sapienza nascosta di Dio, riconoscendola nei suoi servi autentici e nei suoi testimoni fedeli. Un cammino che dovrà nascere dall’ascolto della Parola di Dio, che condurrà a comprendere e vivere l’Eucaristia come il senso del proprio servizio nella Chiesa, della propria indole secolare». Realtà che Padre Pio aveva compreso e vissuto, lasciandola in eredità come testimonianza storicamente incarnata nelle due opere del suo ardente cuore sacerdotale: i Gruppi di preghiera e l’Ospedale Casa sollievo della sofferenza.