«Fatti» che «mobilitano la Chiesa ad elaborare le risposte appropriate», ma «vanno inseriti in un contesto e in una problematica più ampia che riguarda la tutela dei bambini e dei giovani dagli abusi sessuali nella società». Così, padre Federico Lombardi – in una nota pubblicata sul sito di Radio Vaticana, definisce «la gravissima questione degli abusi sessuali su minori in istituzioni gestite da enti ecclesiastici e da parte di persone con responsabilità nella Chiesa, in particolare sacerdoti», che «da alcuni mesi ha investito la Chiesa e la società irlandese», ma che «nelle ultime settimane sta coinvolgendo la Chiesa anche in alcuni Paesi dell’Europa centrale»: Germania, Austria e Olanda. «Certamente gli errori compiuti nelle istituzioni e da responsabili ecclesiali sono particolarmente riprovevoli, data la responsabilità educativa e morale della Chiesa», ammette padre Lombardi: «Ma tutte le persone obiettive ed informate sanno che la questione è molto più ampia, e il concentrare le accuse solo sulla Chiesa porta a falsare la prospettiva». «I dati recentemente forniti dalle autorità competenti in Austria”, fa notare padre Lombardi, “dicono che in uno stesso periodo di tempo i casi accertati in istituzioni riconducibili alla Chiesa sono stati 17, mentre ve ne sono stati altri 510 in altri ambienti. E’ bene preoccuparsi anche di questi».«Di recente – ricorda padre Lombardi a proposito dell’atteggiamento tenuto dalla Chiesa - il Santo Padre ha dimostrato la sua partecipazione, in particolare con due incontri, prima con i più alti rappresentanti dell’episcopato e poi con tutti i vescovi ordinari, e prepara la pubblicazione di una lettera sull’argomento per la Chiesa in Irlanda». Quanto allo «sviluppo» del «dibattito» in Germania, Austria e Olanda, il direttore dell’emittente vaticana precisa che «le principali istituzioni ecclesiastiche coinvolte hanno affrontato il manifestarsi del problema con tempestività e con decisione. Hanno dato prova di volontà di trasparenza, in certo senso hanno accelerato il manifestarsi del problema invitando le vittime a parlare anche quando si trattava di casi di molto tempo fa». Così facendo, il commento di padre Lombardi, «hanno affrontato le questioni "con il piede giusto", perché il punto di partenza corretto è il riconoscimento di ciò che è avvenuto, e la preoccupazione per le vittime e le conseguenze degli atti compiuti contro di loro. Inoltre, hanno ripreso in considerazione le Direttive già esistenti o hanno previsto nuove indicazioni operative per mettere a fuoco anche la strategia di prevenzione, affinché sia fatto tutto il possibile perché in futuro simili gravissimi fatti non abbiano a ripetersi»In Germania, ad esempio, «vengono ora ipotizzate iniziative, per convocare una "tavola rotonda" delle diverse realtà educative e sociali per affrontare la questione in una prospettiva complessiva e adeguata». La Chiesa, da parte sua, «è naturalmente pronta a partecipare e impegnarsi», assicura padre Lombardi.