mercoledì 13 aprile 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
FAME E MALATTIATre donne raccontano la loro sfidaNel primo filmato parleranno tre donne. La giovane eritrea Merhawit, profuga con marito e figlio, accolta nel centro d’accoglienza della parrocchia Santa Maria Goretti di Andria da don Geremia Acri e dai suoi volontari. In un crocevia italiano della manovalanza agricola, il sacerdote ha avviato - anche grazie all’8xmille - un progetto di carità per braccianti e poveri. Oggi il 50% di chi bussa da don Geremia è italiano, e tutti ricevono due pasti caldi al giorno. Si alternano a Merhawit i profili di suor Lia Gianesello, «anima» delle Cucine economiche popolari di Padova e di suor Lissy, direttrice dell’Holy Spirit Hospital di Mumbai, in India. La mensa patavina è un simbolo caritativo, fondata nel 1882, a ridosso della stazione ferroviaria. Se la sua storia esemplare continua è anche grazie all’8xmille, oggi che arriva a servire 600 pasti al giorno, con servizio medico, abiti e centro ascolto. O per dirla con suor Lia, «promuoviamo e curiamo la dignità umana». Terapie mediche di qualità per i poveri sono d’altronde assicurate, con lo stesso strumento dell’8xmille, anche in India, nell’Holy Spirit Hospital di Mumbai, dove i pazienti vengono accolti senza distinzioni di casta.(L.Del.)TUTELA DEI MINORIPer offrire un futuro ai bambiniIl secondo spot si accenderà su un altro tris di voci: quelle delle suore della Provvidenza e delle bambine abbandonate, accolte nella casa-scuola di Calcutta. Erano destinate all’accattonaggio, allo sfruttamento o alla prostituzione infantile. Con l’8xmille, possono contare su cibo, abiti, cure mediche e un’istruzione di base, oltre a corsi professionali. Anche gli altri testimoni di questo filmato parlano di tutela dei minori. Come quelli del casale «Borgo Amigò», fondato nella diocesi laziale di Porto-Santa Rufina da don Gaetano Greco, cappellano del carcere minorile di Roma, per il reinserimento dei giovani detenuti ammessi al regime di semilibertà. Anche le loro potevano essere vite bruciate per sempre. Dall’8xmille, un aiuto controcorrente. Regole e studio, talora diplomi professionali, sono tappe che allontanano dal rischio di recidiva. Dal Borgo di don Gaetano e dei suoi 15 volontari escono odontotecnici, benzinai, artigiani. Il progetto è una mano tesa per riprendere il cammino interrotto da percorsi illegali. Infine sarà una ragazza-madre con suo figlio a parlare della Casa-famiglia «La Tenda» di Forlì. Il centro è stato un posto sicuro dove ricostruire la sua vita. E che l’ha aiutata anche nei reinserimento lavorativo. «Ci chiamiamo La Tenda perché è un segno biblico, perché Dio mette la sua tenda in mezzo a noi» ricorda la responsabile, Angela Fabbri. (L.Del.)EDUCAZIONE E ANZIANIScuola a Gulu, ospizio a PantelleriaL’ultima terna di storie è in uno spot su tre generazioni. Si comincia dai bambini del doposcuola «Il posto delle fragole», nel quartiere San Paolo di Bari. L’8xmille ha dato risorse a questa realtà formativa della parrocchia San Giovanni Bosco, che ha portato via i bambini da pomeriggi solo televisivi e dalla cronaca di un quartiere difficile. Giovanna Di Mucci l’ha fondato, guadagnandosi la fiducia delle famiglie. La generazione di mezzo è quella degli ex bambini soldato che in Uganda, a Gulu, dopo gli anni del sequestro nei loro villaggi, delle violenze subite e inflitte, in una guerra civile da 300 mila vittime e 2 milioni di profughi, ritornano a casa. La scuola professionale «Daniele Comboni» a questi reduci ventenni dà le prime aule della loro vita, officine e falegnamerie dove fare pratica. Li mette in grado di guadagnare per sé e per il proprio villaggio, in uno Stato in piena ricostruzione che ha bisogno di manovali ed elettricisti. E soprattutto fa sì che questi giovani non diventino generazione perduta. Infine l’attenzione all’ultima età della vita è nel Progetto anziani a Pantelleria, realizzato anche con l’8xmille da don Francesco Fiorino, nella diocesi di Mazara del Vallo. Nell’isola finora manca una casa di riposo. L’intervento, con servizi di pasti caldi, ascolto, pulizia della casa e talora gite in pulmino, è realizzato porta a porta. Suor Patrizia, religiosa dell’ordine delle Suore Poverelle, si dedica a questa Pantelleria in ombra, lontana dallo sviluppo e dal glamour di una meta del turismo internazionale. Con lei, volontari locali e giovani in servizio civile. (L.Del.)
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: