IL VOLTO CERTO DI UN'OTTANTENNE«Dic nobis Maria, quid vidistis in via? Sepulcrum Christi viventis, et gloriam vidi resurgentis. Angelicos testes, sudarium et vestes. Surrexit Christus, spes mea; precedet suos in Galileam. Scimus Christum surrexisse a mortuis vere: Tu nobis, victor Rex, miserere». (Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via? La tomba del Cristo vivente, la gloria del risorto; e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le vesti. Cristo mia speranza è risorto e precede i suoi in Galilea. Siamo certi che Cristo è veramente risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi). Questo canto medioevale è molto caro a madre Anna Maria Cànopi. Lo si canta, nel monastero dell’isola di San Giulio come altrove, nel giorno di Pasqua. È una traslazione del Vangelo di Giovanni, capitolo 20: Maria Maddalena testimone della risurrezione. Ed è la radice stessa della speranza di questa monaca benedettina, da oltre cinquant’anni in clausura. «Surrexit Christus, spes mea» , ne ripete le parole, «Cristo, la mia speranza, è risorto. E tutto il resto in questa certezza non mi sgomenta. L’ho sperimentato lungo tutta la mia vita: se Cristo è risorto, allora cambia tutto, anche nelle situazioni più tragiche. Cambiano le persone: io posso testimoniare che ne ho viste cambiare tante, nel cuore». «Perché – continua madre Cànopi – quell’incontro fra Maddalena e Cristo è il momento più folgorante della storia». («Donna, perché piangi? Chi cerchi?», chiede lo Sconosciuto alla donna in lacrime davanti al sepolcro vuoto. Lei, dapprima, crede che quello sia il giardiniere: se l’hai portato via tu, implora, dimmi dove l’hai messo. Poi lo Sconosciuto pronuncia il suo nome, «Maria!», e lei allora finalmente lo riconosce). Ecco, qui sta la prima fonte di speranza cui questa monaca benedettina attinge da tutta la vita. Quell’istante che illumina la storia, in cui Cristo risorto si rivela a una donna, «a una donna per prima», sottolinea la Cànopi: «Per mezzo di una donna è nato, per mezzo di una donna ne viene annunciata la risurrezione. Questo ha un significato forte: la donna ha una particolare missione: è la culla della vita fisica e anche spirituale. Cristo le domanda: «Perché piangi?». Maddalena piange davanti alla morte, perché alle donne, coloro in cui la vita prende forma, la morte è particolarmente intollerabile. Ma Gesù le dice che non c’è più da piangere, perché la vita è risorta per sempre». «Surrexit Christus, spes mea». La certezza sul volto di questa monaca ottantenne è luminosa. Come se per la vita intera abbia meditato sull’istante di quell’incrociarsi di sguardi, davanti a una pietra di sepolcro rotolata (come se per tutta la vita abbia desiderato essere lei, lì, a cercarlo, a parlargli come a uno sconosciuto e infine a riconoscerlo, e a gettarsi ai suoi piedi).
IL VOLTO CERTO DI UN'OTTANTENNE«Dic nobis Maria, quid vidistis in via? Sepulcrum Christi viventis, et gloriam vidi resurgentis. Angelicos testes, sudarium et vestes. Surrexit Christus, spes mea; precedet suos in Galileam. Scimus Christum surrexisse a mortuis vere: Tu nobis, victor Rex, miserere». (Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via? La tomba del Cristo vivente, la gloria del risorto; e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le vesti. Cristo mia speranza è risorto e precede i suoi in Galilea. Siamo certi che Cristo è veramente risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi). Questo canto medioevale è molto caro a madre Anna Maria Cànopi. Lo si canta, nel monastero dell’isola di San Giulio come altrove, nel giorno di Pasqua. È una traslazione del Vangelo di Giovanni, capitolo 20: Maria Maddalena testimone della risurrezione. Ed è la radice stessa della speranza di questa monaca benedettina, da oltre cinquant’anni in clausura. «Surrexit Christus, spes mea» , ne ripete le parole, «Cristo, la mia speranza, è risorto. E tutto il resto in questa certezza non mi sgomenta. L’ho sperimentato lungo tutta la mia vita: se Cristo è risorto, allora cambia tutto, anche nelle situazioni più tragiche. Cambiano le persone: io posso testimoniare che ne ho viste cambiare tante, nel cuore». «Perché – continua madre Cànopi – quell’incontro fra Maddalena e Cristo è il momento più folgorante della storia». («Donna, perché piangi? Chi cerchi?», chiede lo Sconosciuto alla donna in lacrime davanti al sepolcro vuoto. Lei, dapprima, crede che quello sia il giardiniere: se l’hai portato via tu, implora, dimmi dove l’hai messo. Poi lo Sconosciuto pronuncia il suo nome, «Maria!», e lei allora finalmente lo riconosce). Ecco, qui sta la prima fonte di speranza cui questa monaca benedettina attinge da tutta la vita. Quell’istante che illumina la storia, in cui Cristo risorto si rivela a una donna, «a una donna per prima», sottolinea la Cànopi: «Per mezzo di una donna è nato, per mezzo di una donna ne viene annunciata la risurrezione. Questo ha un significato forte: la donna ha una particolare missione: è la culla della vita fisica e anche spirituale. Cristo le domanda: «Perché piangi?». Maddalena piange davanti alla morte, perché alle donne, coloro in cui la vita prende forma, la morte è particolarmente intollerabile. Ma Gesù le dice che non c’è più da piangere, perché la vita è risorta per sempre». «Surrexit Christus, spes mea». La certezza sul volto di questa monaca ottantenne è luminosa. Come se per la vita intera abbia meditato sull’istante di quell’incrociarsi di sguardi, davanti a una pietra di sepolcro rotolata (come se per tutta la vita abbia desiderato essere lei, lì, a cercarlo, a parlargli come a uno sconosciuto e infine a riconoscerlo, e a gettarsi ai suoi piedi).
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