ROMA Cattolici e copti ortodossi egiziani «possono testimoniare insieme valori importanti come la santità e la dignità di ogni vita umana, la santità del matrimonio e della vita familiare e il rispetto per la creazione affidataci da Dio». Lo ha ribadito papa Francesco in una lettera inviata a Tawadros II, 'Papa di Alessandria e patriarca della Sede di San Marco', per la giornata dell’amicizia coptocattolica. Lettera in cui condivide con il leader ortodosso la «seria preoccupazione» per le «prove quotidiane» di «inaudita violenza» di cui sono vittime i cristiani in Medio Oriente insieme ad altre minoranze religiose. Il Pontefice ha ricordato i passi intrapresi insieme, cattolici e copti, «lungo il cammino della riconciliazione e dell’amicizia», «dopo secoli di silenzio, malinteso e perfino ostilità», sempre più «dialogando e cooperando nel proclamare il Vangelo e servire l’umanità». E ha ricordato «con piacere» l’ultimo incontro avuto con Tawadros a Roma del 10 maggio 2013 e la generosa ospitalità offerta del Patriarcato durante la tredicesima riunione della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra Chiesa cattolica e Chiese ortodosse orientali, svoltasi al Cairo nel gennaio-febbraio scorso. «In questo rinnovato spirito di amicizia, – ha spiegato il vescovo di Roma – il Signore ci aiuta a vedere che il vincolo che ci unisce nasce dalla stessa chiamata e missione che abbiamo ricevuto dal Padre nel giorno del nostro battesimo ». Infatti «è attraverso il Battesimo che diventiamo membri dell’unico Corpo di Cristo che è la Chiesa (cfr. 1 Cor 12, 13), il popolo di Dio, che proclama le sue lodi (cfr. 1 Pt e, 9)». «Pur essendo ancora in cammino verso quel giorno in cui ci riuniremo come una cosa sola alla stessa mensa eucaristica, – ha sottolineato papa Francesco – possiamo già adesso rendere visibile la comunione che ci unisce». «Dinanzi a tante sfide contemporanee, copti e cattolici, – ha poi aggiunto – sono chiamati a dare una risposta comune fondata sul Vangelo», consapevoli che “ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci divide”. Il pensiero del Pontefice si è focalizzato sulla difficile situazione di cristiani mediorientali. «Santità, – ha detto – ogni giorno i miei pensieri e le mie preghiere sono con le comunità cristiane in Egitto e in Medio Oriente, molte delle quali stanno vivendo grandi difficoltà e situazioni tragiche». «Sono ben consapevole – ha proseguito – della vostra seria preoccupazione per la situazione in Medio Oriente, specialmente in Iraq e in Siria, dove i nostri fratelli e sorelle cristiani e altre comunità religiose devono affrontare prove quotidiane ». «Possa Dio nostro Padre – ha infine scritto papa Francesco – concedere pace e consolazione a tutti coloro che soffrono, e ispirare la comunità internazionale a rispondere in modo saggio e giusto a questa inaudita violenza».
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