Una vita intensa, da protagonista, fino all’ultimo respiro. All’età di 93 anni è morto, nella sua casa, don Aldo Benevelli, sacerdote originario di Monforte d’Alba, conosciuto come il “prete partigiano”, per il suo impegno dopo l’8 settembre 1943 tra i partigiani cuneesi. Fu, infatti allora giovane chierico, responsabile del Servizio X delle Divisioni Rinnovamento guidate dal capitano
Piero Cosa e da Dino Giacosa, e per questo fu anche arrestato e torturato dalle SS.
Ordinato sacerdote il 27 giugno 1948, si è contraddistinto negli anni per il suo impegno in numerose attività legate alla pace, alla cultura, alla giustizia e alla convivenza, ma in particolare verso il Terzo mondo.
“Certo una grande figura del clero cuneese”, sottolinea monsignor Piero Delbosco, vescovo di Cuneo e Fossano dal dicembre 2015, “negli ultimi mesi l’ho incontrato alcune volte”. Ripercorrendo la vita di don Aldo rimarca “il suo impegno nella resistenza”, nella crescita del settimanale diocesano La Guida (don Benevelli partecipò alla stesura del primo numero nell’agosto del 1945 e proseguì la sua pratica editoriale per lungo tempo), poi l’attività nella Caritas e nelle diverse iniziative in diocesi. “Un sacerdote combattivo – ricorda ancora il Vescovo – uno spirito libero, che ha incarnato il suo ministero a favore dell’annuncio”.
Sarà proprio monsignor Delbosco mercoledì pomeriggio a presiedere, alle 15.30, i funerale nel Duomo di Cuneo. Tra le diverse intuizioni di don Aldo spicca quella legata ai paesi del Terzo mondo.
Nel 1966 fonda l’associazione internazionale volontari laici (Lvia) una delle prime Ong (VAI AL SITO) che in 50 anni ha realizzato interventi e progetti in una dozzina di Paesi del Sud America, Africa ed Europa. “È stata – rimarca Ezio Elia, presidente di Lvia - una piccola ma solida risposta concreta come servizio di pace alla grande chiamata che proprio cinquant’anni fa fece Paolo VI con la Populorum Progressio”.
Questa sua attenzione lo portò a diventare uno dei promotori della prima legge sulle Ong. In occasione dei 50 anni Dell’associazione don Aldo affermò che “oggi occorre coinvolgere i cittadini italiani ed europei per una rinnovata cultura
della cooperazione internazionale, basata sull’integrazione e la pace”.
Sempre in prima linea vicino ai più deboli, negli anni Settanta svolse attività sociali nelle carceri di Cuneo e Fossano promuovendo corsi di alfabetizzazione per i detenuti. In risposta alla crescente immigrazione dal Sud del Paese si inventò le scuole serali per i lavoratori, la mensa degli operai, le colonie per i loro figli.
In diversi progetti nati in provincia di Cuneo compare il suo nome: come nell’organizzazione della Carovana della Pace da Cuneo a Boves (nel 2013, il consiglio comunale, all’unanimità, gli ha conferito la cittadinanza onoraria) o nella giornata della memoria di Cuneo. Nel 1980, per affrontare la drammatica situazione della formazione ai problemi del Terzo mondo, fondò l’Università internazionale della pace “Giorgio La Pira”, di cui era ancora presidente onorario. La salma di don Aldo ora è nel salone d’onore del municipio.