Il vescovo Ivo Baldi Gaburri durante una celebrazione liturgica in Perù - Foto La Voce dell'Umbria
La bara è rossa. Sopra, la sua mitria bianca e il pastorale. Ha uno stile sobrio, quasi sommesso, il funerale del vescovo di Huari, Ivo Baldi Gaburri. Nel centro “Artesanos Don Bosco” a Huaraz, in Perù, l’ausiliare Giorgio Barbetta presiede sabato le esequie del pastore d’origine italiana morto venerdì pomeriggio. È il primo vescovo in carica ucciso in Perù dal Covid. Aveva 74 anni ed era nato a Città di Castello in Umbria il 27 marzo 1947.
Il suo cuore si è fermato nell’unità di terapia intensiva della clinica San Paolo a Huaraz, regione di Ancash, dove era stato trasferito da due settimane. Dopo essere stato contagiato dal coronavirus, erano emerse alcune complicanze che poi lo hanno portato al decesso.
«Con grande dolore ma con la speranza della risurrezione» la Chiesa peruviana ha reso noto la notizia. La Conferenza episcopale nazionale ha esortato a pregare per Baldi Gaburri perché «nostro Signore Gesù Cristo possa dare forza alla sua famiglia e ai fedeli della diocesi di Huari in questo momento così difficile», si legge nel
comunicato. E
i vescovi dell’Umbria, in una nota della Conferenza episcopale, esprimono la loro «partecipazione al lutto» ricordando che «in terra peruviana monsignor Baldi si era contraddistinto per l’attenzione ai più bisognosi, prima da sacerdote e parroco nei gruppi dell’operazione “Mato Grosso”, e poi da vescovo, rendendo ovunque una feconda testimonianza di zelo sacerdotale e di fedeltà al Vangelo». I funerali del vescovo Ivo Baldi Gaburri in Perù - Fermo immagine diretta Facebook
Proprio il suo impegno nel movimento di volontariato che educa i ragazzi alla vicinanza e all’aiuto dei poveri in Sud America è stato uno dei pilastri della sua vita. Infatti, dopo aver frequentato il Pontificio Seminario regionale umbro “Pio XI” di Assisi ed essere stato ordinato prete il 9 ottobre 1971 dal vescovo Diego Parodi, allora amministratore apostolico di Città di Castello, nella locale Cattedrale,
Baldi Gaburri si era occupato in Italia per qualche anno dei giovani dell’operazione “Mato Grosso”, prima di partire per il Perù nel 1975 come missionario fidei donum. Nel Paese latinoamericano era stato parroco, poi rettore del Seminario di Pomallucay nella prelatura di Huari e quindi vicario generale della stessa comunità.
Il 14 dicembre 1999 era stato nominato vescovo di Huaraz da Giovanni Paolo II e aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il 6 gennaio 2000 nella Basilica di San Pietro dallo stesso Pontefice.
Il 4 febbraio 2004 papa Wojtyla lo aveva voluto alla guida della prelatura territoriale di Huari che nell’aprile 2008 Benedetto XVI avrebbe elevato al rango di diocesi facendo di Baldi Gaburri il primo vescovo di questa Chiesa particolare. Il vescovo Ivo Baldi Gaburri durante una processione in Perù - Foto La Voce dell'Umbria
Nonostante le migliaia di chilometri di distanza e le lunghe assenze da Città di Castello, il presule era rimasto legato alla sua terra. Oltre ai contatti con la famiglia, aveva mantenuto relazioni costanti con la diocesi, la comunità civile, le parrocchie e le associazioni di volontariato, spesso protagoniste di veri e propri ponti umanitari e solidali nell’ambito di iniziative per sostenere il suo ministero e la “sua” gente. «Una persona straordinaria», lo definisce il sindaco Luciano Bacchetta che lo descrive come «un concittadino speciale che rimarrà nei cuori e nel ricordo di tutti per quello che ha fatto, per il sorriso, per la mitezza d’animo, per la gentilezza».
Dopo i funerali trasmessi in diretta sulla pagina Facebook della Conferenza episcopale peruviana, si è tenuta sempre sabato la liturgia di sepoltura nella Cattedrale di Huari. E
lunedì, alle 16, nel Duomo di Città di Castello, i vescovi umbri celebreranno una Messa di suffragio, mentre hanno già affidato il presule al Signore «affinché, per intercessione dei santi peruviani Toribio de Mogrovejo e Rosa da Lima e di quelli tifernati Florido e Amanzio, doni al defunto il premio promesso ai suoi fedeli servitori».