Paolo Coccheri - Dal suo sito
Un grande uomo di teatro, dal forte impegno civile e sociale, con l’attenzione rivolta agli ultimi. Un uomo libero, visionario, un po’ fuori dagli schemi, un credente, aperto agli altri, cordiale e sorridente. Questo - e molto altro - era Paolo Coccheri, scomparso all’età di 85 anni, lo scorso 2 agosto in una casa di cura fiorentina, dove era ricoverato in seguito di una caduta.
Coccheri comincia ad occuparsi di teatro a Firenze durante gli studi classici al liceo. Nel 1956 è allievo, sempre a Firenze, dell’attrice e regista russa Tatiana Paplova. Successivamente si trasferisce a Roma dove studia con il drammaturgo, regista e attore Alessandro Fersen. Negli anni Sessanta frequenta il corso di regia d’opera al Conservatorio di Santa Cecilia, nella capitale, e il corso d’arte scenica al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze.
All’inizio degli anni Settanta frequenta i corsi di scenografia all’Accademia delle Belle arti a Firenze. Successivamente si laurea in lettere con una tesi sul teatro e inizia a collaborare con Orazio Costa e altri registi. Nel 1980 crea il Festival di Montalcino, che dirige per tre edizioni per poi spostarlo a Firenze trasformandolo nel Festival internazionale dell’attore. Contemporaneamente, a Pitigliano, in Maremma, fonda l’Atelier internazionale della Maschera teatrale.
Accanto alla passione per il teatro, Paolo Coccheri, sulla scia del sindaco santo Giorgio La Pira, ha sviluppato un forte impegno umanitario e caritativo fondando dapprima, nel 1991, a Palermo una scuola per ragazzi a rischio di mafia nel quartiere dell’Albergheria e poi dando vita a Firenze, nel 1993, alla Ronda della Carità per assistere i senza dimora. Fino all’ultimo lo si poteva trovare la mattina all’alba alla Stazione di Santa Maria Novella a portare il caffellatte e qualcosa da mangiare a chi aveva dormito all’aperto.
Da qui è nata anche l’idea dei Cacciatori di briciole, che la sera raccolgono le brioches avanzate nei bar per poi distribuirle ai clochard. A tutt’oggi le Ronde sono sparse in 48 città italiane, oltre che a Vienna e a Francoforte, dove offrono aiuto e rifugio ai senza tetto. Coccheri, sempre a Firenze, ha fondato anche gli Angeli della città (Florence Angels), gruppo di volontari il cui scopo è quello di aiutare, soccorrere e difendere le persone più deboli e bisognose. Ha dato vita anche agli Angeli costruttori, che aiutano gli anziani nei piccoli lavoretti di casa, e ha insegnato recitazione nel carcere fiorentino di Sollicciano.
«Paolo Coccheri – a giudizio del sindaco di Firenze, Dario Nardella – era una persona speciale, che raramente si trova sul cammino della propria vita, che ha davvero fatto della solidarietà e dell’impegno per gli altri un obiettivo di vita e una missione». «Paolo Coccheri – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo – ci ha insegnato, prima con l’esempio che con la parola, il principio fondamentale della nostra vita di comunità: il dovere umano di non voltarsi mai dall’altra parte».