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«Non desidero diventare cardinale, non mi sentirei proprio a mio agio». Con naturalezza e semplicità, com’è suo stile – per chi lo conosce –, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha voluto chiudere il "caso" che alcuni commentatori avevano sollevato sui media dopo lo discorso con il quale – con tono chiaramente scherzoso e paradossale – aveva salutato il neo-cardinale Oscar Cantoni durante la prima celebrazione pubblica con la porpora nella sua diocesi di Como, il 31 agosto, al Pontificale per il patrono sant’Abbondio. «Volendo essere un po' spiritoso nel salutare un caro amico, non sono stato capito nelle mie reali intenzioni – ha spiegato Delpini al termine della celebrazione nel Duomo di Milano per l’apertura dell’anno pastorale diocesano nella festa di Maria Nascente, cui è intitolata la Cattedrale –. Sono contento per la nomina di Oscar; ho molta stima di lui, lo conosco da tempo e penso possa dare buoni consigli al Papa». Quanto alla diocesi ambrosiana, che per gli stessi commentatori sarebbe "declassata" per non avere un cardinale come arcivescovo, Delpini ha detto che «la Chiesa di Milano non deve sentirsi diminuita nel suo prestigio e nella sua bellezza se il vescovo, o almeno questo vescovo, non è cardinale. E l'ultima cosa che voglio dire – ha aggiunto – è che io sono del tutto d'accordo con il Papa che non procede per inerzia nella scelta dei cardinali, ma prende decisioni con criteri che lui ritiene opportuni».
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Cuore della celebrazione in Duomo la riflessione sugli assi portanti dell’anno pastorale che si apre, illustrati nella «Proposta pastorale 2022-2023» pubblicata il 24 giugno con il titolo «Kyrie, Alleluia, Amen. Pregare per vivere, nella Chiesa come discepoli di Gesù». «Celebriamo l'alleanza con Dio non come un rito che si esaurisce tra le mura delle nostre chiese, ma come il principio di una missione – ha detto l’arcivescovo al’omelia –. Sì, amen! Vogliamo essere cittadini responsabili, attivi, pensosi, intraprendenti per il bene comune. Sì, amen!». E riferendosi alla campagna elettorale in corso ha aggiunto: «Saremo presenti nei partiti politici, nelle amministrazioni comunali, nelle responsabilità economiche non come gente che cerca potere e vantaggi di parte, ma come gente che vuole servire il bene comune e ascoltare il gemito dei poveri, sì! Amen!». Un cenno anche alla crisi economica e alla guerra in corso in Europa con un invito a mobilitare «forze e risorse per la pace dentro le società malate di troppa diseguaglianza e corruzione e per la pace tra le nazioni in conflitti assurdi impantanati in un disastro senza via d'uscita». Un riferimento anche all’uccisione in Mozambico di suor Maria De Coppi – con quell'«Amen» che definisce la piena alleanza con Dio e deve sempre guidare l'esperienza dei cristiani, anche «nella vita stentata e nella persecuzione» e un'esortazione alla fiducia incondizionata al Signore rivolta anzitutto agli undici seminaristi della Diocesi che durante la celebrazione sono stati ammessi al percorso vero l'ordinazione sacerdotale, nel prossimo giugno, come anche agli otto laici candidati al diaconato permanente.
L'arcivescovo di Milano Mario Delpini durante il Pontificale in Duomo per l'apertura dell'anno pastorale - Fotogramma
Al termine della celebrazione – come riferisce una nota dell’Ufficio Comunicazioni sociali – Delpini ha salutato i tre missionari fidei donum ambrosiani che nelle prossime settimane partiranno per il Brasile esprimendo la riconoscenza della Chiesa ambrosiana nei confronti di monsignor Paolo Martinelli, già vicario episcopale per la Vita consacrata e per la Pastorale scolastica, nominato in maggio dal Papa vicario dell'Arabia meridionale.