sabato 22 marzo 2025
La risposta del cardinale Battaglia: «Qui con il passo dei poveri e lo sguardo grato di chi sa di essere amato da un padre saggio, tenero e forte»
Il cardinale Domenico Battaglia e papa Francesco al concistoro del 7 dicembre 2024

Il cardinale Domenico Battaglia e papa Francesco al concistoro del 7 dicembre 2024 - Agenzia Romano Siciliani

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«Saluto voi e i vostri vescovi in occasione dei pellegrinaggi giubilari diocesani che state compiendo. In essi si esprime l'unità che vi raccoglie come comunità attorno ai vostri Pastori e al Vescovo di Roma, nonché l’impegno ad abbracciare l’invito di Gesù ad entrare “per la porta stretta” (Mt 7,13)». Così si legge nel messaggio di papa Francesco inviato «ai partecipanti al pellegrinaggio giubilare dell'arcidiocesi di Napoli e di altre diocesi» diffuso oggi. «L’amore è così – continua il Pontefice – unisce e fa crescere insieme. Per questo, pur con cammini diversi, vi ha portati qui insieme presso la tomba di Pietro, da cui potrete ripartire ancora più forti nella fede e più uniti nella carità. In questi giorni ho sentito tanto il sostegno di questa vostra vicinanza, soprattutto attraverso le preghiere con cui mi avete accompagnato. Perciò, anche se non posso essere fisicamente presente in mezzo a voi, vi esprimo la mia grande gioia nel sapervi uniti a me e tra di voi nel Signore Gesù, come Chiesa. Vi benedico e prego per voi».

«Caro papa Francesco – ha risposto in un altro, lungo messaggio il cardinale Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli – qui, da questa Piazza (San Pietro ndr) in cui speravamo di incontrarti, ti salutiamo con affetto e gratitudine, nella consapevolezza che esistono degli incontri che vanno ben oltre la presenza fisica, perché si realizzano nel mistero di quello Spirito d'Amore che tutti unisce, che riduce le distanze e che rende presente alla vista del cuore anche chi non riesce ad esserlo a quella degli occhi. Oggi qui, in questa Piazza, c'è una porzione del tuo gregge, ci siamo noi, Chiesa di Napoli, pellegrina nel Giubileo, con il passo dei poveri e lo sguardo grato di chi sa di essere amato da un padre saggio, tenero e forte come Te. Oggi siamo come qui come popolo che Tu confermi nella fede, come gregge che sente nella tua voce la voce del Cristo pastore e che, oggi più che mai, Ti vuole bene».

«In questi giorni stiamo pregando per Te – si legge in un altro passaggio del messaggio del porporato – e lo stiamo facendo con la fiducia di chi sa che la preghiera è un abbraccio, un ponte tra la terra e il cielo, una carezza che arriva anche quando si è soli in una stanza d’ospedale. Ti stiamo portando nei nostri cuori, nelle nostre celebrazioni eucaristiche, nei nostri incontri con i poveri, perché sappiamo che lì è il Tuo cuore, lì è la Tua Chiesa, lì è il Vangelo vissuto. Ci stai insegnando che l’amore non è solo parole, ma è attesa, è pazienza, è affidarsi. Ci stai insegnando che la fraternità non è uno slogan, ma è la strada indicata dal Vangelo, da percorrere anche quando è scomoda, anche quando rende necessario l'abbattimento dei muri che la nostra paura ha costruito, e l'edificazione di ponti che vanno nella direzione opposta a quella di un mondo che vorrebbe renderci sempre più soli e individualisti, sempre più diffidenti gli uni degli altri».

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