«Sono felice di poter celebrare la Messa prenatalizia proprio qui, in questo ambiente di lavoro così significativo. Il Signore è venuto per stare con noi là dove viviamo e dove il nostro cuore si apre alla fede. E sempre qui noi raccogliamo le nostre fatiche, preoccupazioni e gioie e le presentiamo a Dio». Sono le parole del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che ieri mattina nella sede di piazza Carbonari 3, a Milano, ha celebrato la Messa e i «primi 45 anni» del giornale di ispirazione cattolica con la "famiglia" di Avvenire guidata dal direttore generale Paolo Nusiner e dal direttore Marco Tarquinio.Bagnasco ha ricordato come anche i Papi, a cominciare da Paolo VI, amassero celebrare la Messa nei luoghi di lavoro: «E così, nel nostro piccolo, facciamo anche noi oggi». Quanto ad Avvenire, il presidente della Cei gli ha rivolto i complimenti, e gli ha confermato la sua responsabilità: «La mia è la voce anche dei miei confratelli vescovi – ha detto il cardinale – se Avvenire non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Non sono parole di circostanza: se la Chiesa può far giungere una parola collaborativa e di verità alla società italiana, è anche grazie ad Avvenire, storicamente il primo dei media legati alla Cei. E non possiamo dimenticarci che non molti episcopati europei hanno una possibilità simile».Ma quale voce è urgente far giungere? «Come ci esorta Isaia, quando è necessario il credente deve saper alzare la voce senza paura. Anche a noi tocca alzarla, con rispetto e misura, per servire la verità dell’uomo, affinché l’umano non sia "ridefinito" secondo mode, ideologie o interessi di parte. Questa è anche la vostra missione, la vostra comune responsabilità».