Sullo sfondo il Santuario mariano costruito a Lourdes
«Lourdes è un luogo di guarigione dei corpi, dei cuori, delle anime. Un libro aperto dove si sperimenta il Vangelo. Lourdes è profetica per la Chiesa e il mondo. Non si riparte mai da Lourdes identici a prima'. Proprio per questo, monsignor Olivier Ribadeau Dumas vive come “un grande regalo” la propria nomina come nuovo rettore del Santuario mariano posto dal Papa, lo scorso giugno, sotto la responsabilità di monsignor Antoine Hérouard, delegato apostolico.
La dimensione dell’incontro resta centrale a Lourdes?
Il cuore del Santuario di Lourdes è il Vangelo vissuto: dare il primo posto ai più piccoli e vivere la fratellanza. Lourdes è la storia di Maria e Bernadette, dell’incontro fra due donne, come pure l’incontro fra l’ospedaliero e il malato, l’incontro fra preti e laici. Venendo a Lourdes, ho visto queste meraviglie.
Si sente oggi ancor più vicino all’universalità della Chiesa?
Resto totalmente immerso nella Chiesa che è in Francia, ma questa Chiesa è cattolica e dunque aperta alla dimensione dell’universale. La dimensione internazionale è stata sempre centrale nella pastorale di Lourdes. Oggi, le origini dei pellegrini sono ancora più varie. Penso ai numerosi pellegrini tamil e a quelli dall’America del Sud, che si aggiungono ai pellegrini che giungono tradizionalmente, come gli italiani, inglesi, olandesi, statunitensi. L’universalità della Chiesa si manifesta a Lourdes, ma al contempo questo Santuario è radicato nella regione storica della Bigorra. La Vergine è apparsa ad una pastorella che parlava il dialetto locale.
Cosa la colpisce di più nel messaggio che Lourdes invia al mondo?
Innanzitutto, questa delicatezza della Vergine Maria verso Bernadette. Questa delicatezza quando le sorride, quando la invita ad avvicinarsi, quando le chiede di tornare per 15 giorni. Questa delicatezza e questa dolcezza di Maria che sono così necessarie in un mondo in cui appaiono la brutalità e la violenza. Abbiamo bisogno di ascoltare e vivere questa delicatezza che può raggiungere pure i non credenti, all’interno di un messaggio di fratellanza e di annuncio del Vangelo. Vengono a Lourdes non solo dei cattolici e cristiani convinti, ma anche dei cercatori di senso. Lourdes è davvero l’occasione per trovare un momento di verità, senza essere giudicati, davanti alla presenza della Vergine Maria che accoglie. Un momento per scopri- re la verità della propria vita e un senso da dare alla vita. Vi è qualcosa di estremamente necessario.
Molti giungono a Lourdes chiedendo protezione e intercessione. Si perpetua così una catena all’insegna della fiducia?
La fiducia è al centro dell’incontro fra Maria e Bernadette. Una fiducia che non è fatta di parole e teorie, ma di una relazione che s’approfondisce prima di tutto nella preghiera. Lourdes resta radicata nella preghiera e la preghiera per- mette di vivere questo messaggio di fiducia. È una fiducia che si prova quando si è in verità davanti a Dio e che permette di avere fiducia negli altri.
Soprattutto per i malati, giungere a Lourdes in treno è divenuto molto meno agevole. Una delle sfide aperte?
Per i responsabili dei pellegrinaggi, è una reale difficoltà. I treni di malati sono stati per noi essenziali e mi rincresce infinitamente che le società ferroviarie nazionali non riescano a fare maggiori sforzi per trasportare i malati, che sono la ricchezza e il tesoro di Lourdes. Questi sforzi sarebbero un sostegno per l’intera società, che ha bisogno di luoghi in cui i malati hanno pienamente un proprio posto. Dobbiamo unire i nostri sforzi per contrastare l’attuale tendenza. Un’altra sfida consiste nel-l’attirare più giovani.