martedì 10 maggio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Un perfetto sconosciuto, se non addirittura «un prigioniero di lusso». Ecco che cos’è lo Spirito Santo per molti cristiani ignari che è lui a permettere di dare «testimonianza di Gesù» e a renderci «reali» e «non virtuali». Lo spiega papa Francesco nell’omelia della Messa di ieri mattina nella cappella di Casa Santa Marta in cui invita a riflettere sul Paraclito nella settimana che precede la solennità della Pentecoste. Proprio lo Spirito Santo «è quello che muove la Chiesa», chiarisce nella celebrazione eucaristica. Una Chiesa, aggiunge ricevendo sempre ieri i membri del Circolo San Pietro, che è chiamata a essere «in uscita», ossia a «camminare per cercare, visitare, incontrare, ascoltare, condividere e sostare presso le persone più povere». A Santa Marta il Pontefice pone l’accento sul fatto che «la maggioranza dei cristiani» sa poco o nulla dello Spirito Santo, tanto da poter fare propria la risposta dei discepoli di Efeso a Paolo, al centro delle letture del giorno: “Non abbiamo sentito dire che esista uno Spirito Santo”. Francesco osserva che, se domandiamo a tante brave persone «chi è lo Spirito Santo per te?» e «cosa fa e dov’è lo Spirito Santo?», l’unica risposta ricevuta è che costituisce «la terza persona della Trinità ». Esattamente come hanno imparato a catechismo. Certo, «sanno che il Padre ha creato il mondo». E anche che «il Figlio è Gesù, che ci ha redento e ha dato la vita». Però, se si chiede che cosa fa il Paraclito, ti rispondono che «è lì!». E «così si fermano». «Lo Spirito Santo — sottolinea, invece, Francesco — è quello che lavora nella Chiesa, nei nostri cuori; è quello che fa di ogni cristiano una persona diversa dal-l’altra, ma da tutti insieme fa l’unità». Dunque «spalanca le porte». Il Pontefice cita l’antifona d’ingresso: “Riceverete lo Spirito Santo e mi sarete testimoni in tutto il mondo”. Ecco che «lo Spirito Santo è quello ci muove a lodare Dio, ci muove a pregare». Inoltre «è quello che ci insegna a guardare il Padre e a dirgli: “Padre”». E così «ci libera da questa condizione di orfano nella quale lo spirito del mondo vuole portarci». Per queste ragioni, evidenzia, lo Spirito Santo «è il protagonista della Chiesa viva». Poi il Pontefice mette in guardia da un pericolo. «Quando non siamo all’altezza di questa missione dello Spirito Santo e non lo riceviamo così», si finisce per «ridurre la fede a una morale, a un’etica». E si pensa che adempiere a tutti i comandamenti sia abbastanza, «ma niente di più». Il risultato è che si cade nella «casistica » e in «una morale fredda». Però, precisa il Papa, «la vita cristiana non è un’etica: è un incontro con Gesù Cristo». E «chi mi porta a questo incontro con Gesù Cristo » è proprio lo Spirito Santo. Pertanto «noi abbiamo nel nostro cuore lo Spirito Santo come un “prigioniero di lusso”: non lasciamo che ci spinga, non lasciamo che ci muova». Eppure «fa tutto, sa tutto, sa ricordarci cosa ha detto Gesù, sa spiegarci le cose di Gesù». C’è soltanto una cosa che «lo Spirito Santo non sa fare: cristiani da salotto. Questo non lo sa fare! Non sa fare “cristiani virtuali”». Al contrario «lui prende la vita reale così com’è, con la profezia del leggere i segni dei tempi, e ci porta avanti così». Al Circolo San Pietro, impegnato fin dal 1869 accanto gli ultimi di Roma anche attraverso la raccolta dell’Obolo che è segno di partecipazione all’attenzione del Papa verso le povertà della città, Francesco ricorda che occorre andare incontro ai più bisognosi «portando Gesù». «È l’andare da discepoli, da amici del Signore – osserva nella Sala Clementina –; si tratta di condividere la sua parola, quella del Vangelo, di ripetere i suoi gesti di perdono, di amore, di dono, di non cercare il proprio prestigio, ma il bene degli altri». Poi il Papa esorta a «rinnovarci nella fede» durante il Giubileo. «Per portare la visita del Signore a quanti soffrono nel corpo e nello spirito – conclude –, dobbiamo coltivare la fede, quella fede che nasce dall’ascolto della Parola di Dio e cerca una profonda comunione con Gesù». © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CALORE. Papa Francesco mentre saluta le famiglie durante l’udienza al Circolo San Pietro (L’Osservatore Romano)
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: