giovedì 14 febbraio 2019
Così Cei, diocesi e associazioni rispondono alle sollecitazioni di papa Francesco ad avviare percorsi alla scoperta di affettività e sessualità
(Gennari)

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Quante parole d’amore a san Valentino. Ma di che amore si tratta? Difficile distinguere quelle che esprimono bellezza e verità nello tsunami del tenerume commerciale che oggi finirà per ricoprire gli aspetti più fondativi del rapporto di coppia. È questo l’amore a cui vogliamo educare i nostri ragazzi? La Chiesa non si stanca di indicare l’obiettivo di un’antropologia fondata sul valore della differenza, del rispetto, della reciprocità, sul dono, sull’armonia tra corpo e spirito. «Ma – si chiede il Papa in Amoris laetitia (n.284) – chi parla oggi di queste cose? Chi è capace di prendere sul serio i giovani? Chi li aiuta a prepararsi seriamente per un amore grande e generoso? Si prende troppo alla leggera l’educazione sessuale». Poi, il mese scorso, di ritorno dalla Gmg di Panama, è tornato a spiegare l’urgenza di un approccio sano e non ideologico all’educazione sessuale. Di educazione sessuale aveva parlato ampiamente il Documento finale del Sinodo sui giovani, auspicando «una parola chiara, libera, autentica» perché nell’attuale contesto culturale, avevano ammesso i vescovi, «la Chiesa fatica a trasmettere la bellezza della corporeità e della sessualità». E avevano sollecitato una più approfondita «elaborazione antropologica, teologica e pastorale» su alcune questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità. Una complessa riflessione da avviare in modo coraggioso quindi, approfondendo nella logica della conversione pastorale chiesta da Francesco il senso dell’impegno oggi già profuso su questo aspetto in tante comunità. Va in questa logica per esempio il corso di Alta formazione organizzato dall’Ufficio famiglia della Cei. «Dopo l’esperienza positiva della prima edizione che abbiamo tenuto nel 2018 – spiega il direttore dell’Ufficio nazionale, don Paolo Gentili – il nuovo anno del corso di alta formazione nel luglio di quest’anno affronterà anche i temi della sessualità di coppia, in particolare la dimensione erotica dell’amore di cui si parla in Amoris laetitia (n.150-151-152)». Si tratta di un corso pensato per i formatori che, per questo particolare aspetto, «punta a fare chiarezza – prosegue don Gentili – sul rapporto tra amore e corpo, depurandolo da tutte le fobie del passato».

Non si tratta naturalmente di un’esperienza isolata per quanto riguarda l’educazione all’affettività e alla sessualità. A livello locale esiste una miriade di proposte legate a diocesi, associazioni, consultori. L’Ufficio per la pastorale della famiglia di Torino, in collaborazione con pastorale giovanile e vocazionale, ha varato “Amori in corso”, pensato per i ragazzi tra i 18 e i 25 anni che vogliono mettersi in gioco per affrontare alcune tematiche importanti e per regalarsi un po’ di tempo per confrontarsi, scoprirsi, “allenarsi ad amare”. «In un contesto in cui di sessualità di parla troppo e quasi sempre in modo banale, come occasione di divertimento, di svago, la proposta – spiega Ileana Carando, psicologa, psicoterapeuta, consulente sessuologa che con il marito Luca è responsabile dell’Ufficio famiglia – punta a non lasciare i giovani da soli, in balia della rete o del sentito dire. Se non diciamo niente ai nostri figli, arriva solo il messaggio che imbruttisce la sessualità». Si intitola invece “Educare alla sessualità, gustare l’amore”, un altro progetto diocesano per formatori di secondo livello che sarà sperimentato la parrocchia Gesù Redentore (zona Mirafiori Nord).

Altra iniziativa interessante quella avviata nell’arcidiocesi di Milano da Rosangela Carù, Luisa Santoro, Luisa Neri, tre professioniste dell’educazione. Dopo vent’anni di impegno su vari fronti nel 2017 hanno deciso di mettere insieme le forze per creare un’associazione, “Educamando”, dedicata all’ambito vasto e complesso dell’educazione all’amore. «Il nostro punto di partenza – racconta Luisa Santoro – è il valore del personalismo, unità di corpo, sentimenti, relazione». I corsi di “Educamando” si rivolgono sia alla scuola primaria con uno spaccato sulla prevenzione alla pedofilia, ma anche ai ragazzi della scuola secondaria. «Qui l’educazione all’affettività si sposa con l’educazione al digitale, che comprende sia l’educazione al rispetto per se stessi e per l’altra persona, sia informazioni sul sexting». Le esperte di “Educamando” hanno anche elaborato proposte per le giovani coppie che non si sposano. «A questi ragazzi non pensa nessuno. Quando riusciamo ad avviare questi corsi, i giovani ci credono, si lasciano coinvolgere, riflettono sul significato del loro amore. Purtroppo le opportunità formative sono poche. Eppure crediamo che, a parte parrocchie e oratori, anche i Comuni dovrebbero essere interessati a formare persone esperte nel far famiglia, che vuol dire buone relazioni e convivenza civile».

I progetti

A TORINO «AMORI IN CORSO». È una delle iniziative messe in campo dall’Ufficio famiglia della diocesi di Torino, rivolto alle giovani coppie tra i 18 e i 25 anni. Innamorati “cotti” ma non ancora fidanzati, comunque lontani dall’idea di frequentare un corso di preparazione al matrimonio. Info: famiglia@diocesi.torino.it

A MILANO «BODY4LOVE». È uno dei volumetti promossi dalle esperte dell’associazione messa in piedi da tre pedagogiste in diocesi di Milano. Offre percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità per gli alunni delle scuole primarie e secondarie. Ma anche per giovani coppie e per formatori. Info: formazione@educamando.it

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