«Direi che domina soprattutto un clima di gratitudine. Credo che siamo sempre più consapevoli del grande dono che è stato Giovanni Paolo II per la Polonia e tutta la Chiesa. Sono davvero tanti che hanno un motivo personale per dire grazie». La voce di don Robert Tirala, direttore del Comitato organizzatore della Gmg di Cracovia 2016, ci rimanda quel che si respira in Polonia in questi giorni. Tirala è stato a Roma nei giorni scorsi per partecipare ai primi incontri preparatori con il Pontificio Consiglio dei laici in vista della Giornata della gioventù nella città di Wojtyla. Un’occasione anche per puntualizzare le iniziative in vista della canonizzazione. In particolare, nota padre Tirala, «sono felici anzitutto alle persone che grazie a Papa Wojtyla, alla sua testimonianza anche nella sofferenza e al suo insegnamento annunciato con il coraggio, si sono avvicinate a Cristo, trovando o ritrovando la fede e la speranza ». L’eredità di Giovanni Paolo II è allo stesso tempo un impegno per il futuro. «Dobbiamo sempre ricordare che trasmettere l’eredità del Papa soprattutto tra i giovani è il compito che ci attende. Giovani Paolo II ripeteva spesso, giocando con le parole polacche, che to, co dane jest zawsze zadane, cioè un dono è sempre un compito da fare. E penso che tutti noi, in Polonia in modo particolare, dobbiamo fare continuamente un esame di coscienza. Come dice Gesù nel Vangelo di Luca, a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto».
Il tempo che passa comincia a far distinguere i diversi aspetti della vita e del pontificato di Giovanni Paolo II. «Ad esempio, tante volte ci concentriamo più sulla vita di Giovanni Paolo II trascurando il suo insegnamento. Da un lato questa è una tendenza naturale: la vita di un santo ci parla più forte delle sue parole. D’altro canto, però, su questa strada si rischia di interpretare la stessa vita in modo superficiale ». Dunque occorre sempre tenere unito il ruolo storico di Giovanni Paolo II e l’uomo di Chiesa. «Giovanni Paolo II ha cambiato la storia della Polonia e del mondo, certo, non però come un politico ma come un profeta. Non si può capire la sua influenza sulla storia se non si parte dalla sua fede, la sua fedeltà al Vangelo e alla Chiesa. La sua arma è stata il rosario, il suo potere è basato sulla forza della preghiera. Basti ricordare i grandi cambiamenti in Polonia, che sono cominciati con la sua preghiera a Varsavia nel 1979: 'Vieni santo Spirito e rinnova la faccia della terra, questa terra'. Il grido del Papa ha causato un terremoto spirituale e una rivoluzione nelle coscienze, e di conseguenza un cambiamento sociale e politico». La Giornata mondiale della gioventù, eredità viva di Giovanni Paolo II, sarà particolarmente importante per Cracovia e per tutta la Polonia proprio in questa chiave 'rivoluzionaria' del nuovo santo. Ci sono già iniziative specifiche da segnalare. «La prima – spiega don Tirala – è un’iniziativa di preghiera intitolata P2P: 'People to people, pray to pray', cioè da persona a persona, da preghiera a preghiera. La Gmg non si prepara da sola, e se vogliamo che sia efficace c’è bisogno di attivarsi subito, soprattutto con la preghiera». L’anno scorso, durante l’Avvento, i giovani di Cracovia hanno invitato i loro coetanei a recitare il rosario per una buona preparazione della Gmg. Quest’anno, invece, durante la Quaresima i giovani si sono incoraggiati a vicenda a pregare la coroncina della Divina Misericordia alle tre del pomeriggio. «Accanto a questa mobilitazione di preghiera c’è un’altra iniziativa che punta alla carità e alla solidarietà. Il progetto 'Bilet dla brata' (Biglietto per un fratello), nato nell’Ufficio nazionale della Gmg di Varsavia, è una raccolta di fondi per aiutare i giovani pellegrini provenienti da 13 Paesi dell’Est europeo (ad esempio Moldavia, Russia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Kirghizistan, Tagikistan, Ucraina e Uzbekistan) a venire a Cracovia tra poco più di due anni».