Un momento dei lavori delle Settimane sociali di Francia 2023 a Lione - -
«La fede, in effetti, non separa, ma lega più profondamente i discepoli del Signore al destino dell’umanità, di tutti i viventi e della casa comune». Queste parole inviate da papa Francesco in apertura delle Settimane Sociali di Francia, attraverso un messaggio firmato dal segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, si sono poi rivelate il filo conduttore di un’edizione, presso l’Università Cattolica di Lione, che ha approfondito i modi, per i fedeli, di far corpo e costruire progetti collettivi al servizio del bene comune.
Progetti innovativi e radicali, non di rado controcorrente e capaci d’interpretare l’invito del Pontefice: «Solo la novità del Signore Gesù è radicale: essa brilla particolarmente fra i poveri, lontano dalle logiche del potere, laddove il Regno di Dio cambia gli spiriti e i cuori e prepara il nostro avvenire. Che la vostra speranza possa pure mostrarsi radicale!». Sabato pomeriggio, sono così salite sulla scena quattro donne, con percorsi di vita all’insegna della fragilità, sostenute dall’associazione cattolica Sappel, con base a Lione e nata sull’esempio di Atd Quart Monde, storica organizzazione di solidarietà voluta nel 1957 da padre Joseph Wresinski. Al pubblico, hanno presentato il loro “Inno alla Creazione”, ovvero un ciclo di splendidi dipinti, ispirati alla Genesi e realizzati, nel corso di due anni, grazie all’accompagnamento di un artista e di altri volontari. « Abbiamo scoperto che il Signore ci dà dei talenti che ignoriamo», ha detto una di loro.
Un momento dei lavori delle Settimane sociali di Francia 2023 a Lione - -
Poi, il gruppo ha proposto a tutta la platea presente di far corpo danzando assieme, a partire da un canto amerindiano: « Assieme, marciamo su questa Terra. Assieme, cantiamo per lei. Assieme, la amiamo. Assieme, vogliamo prendere cura di lei. Il suo cuore e il nostro battono come un solo cuore. Assieme, ci uniamo a lei, nostra madre. Assieme, percepiamo il suo canto sacro. Assieme, la tocchiamo. Assieme, vogliamo prendere cura di lei. Il suo cuore e il nostro battono come un solo cuore».
Di certo, uno dei momenti più toccanti delle tre giornate. La necessità d’interpretare le sfide ecologiche dando innanzitutto la priorità agli ultimi ha rappresentato uno dei messaggi più forti e condivisi di quest’edizione, intitolata: «Ecologia, prepariamoci a un cambiamento radicale!». Toccante, in proposito, anche la testimonianza di Etienne Villemain, fondatore del Village de François, dove convivono decine di persone fragili, come ex senzatetto, ex prostitute e portatori di handicap, e i loro accompagnatori: «La nostra visione dell’ecologia è quella dell’uomo al centro della creazione e l’uomo che si prende cura della creazione».
Per un’agricoltura sostenibile ispirata dal Vangelo e al servizio della comunità opera invece l’associazione Eloi, presentata dal suo fondatore Maxime Pawlak, ex informatico il cui progetto è nato in corrispondenza della scoperta di una grave anomalia genetica che colpisce la figlia: «Quando ci si connette alla vulnerabilità, non si riesce più a restare inattivi di fronte a un mondo che soffre. La vulnerabilità è un motore di compassione per il mondo. Per questo, non bisogna nascondere la vulnerabilità, ma andarle sempre incontro».
L'intervento dei rappresentanti europei del Movimento Laudato si' alle Settimane sociali di Francia 2023 a Lione - -
A proposito d’immersioni nell’universo della precarietà, profonda emozione ha suscitato la proiezione del documentario Bigger than us , di Flore Vasseur, centrato sulle battaglie dei giovanissimi di ogni continente per un pianeta più abitabile e meno ingiusto. «Ciò che mi interessa nell’ambiente e nel clima è l’ingiustizia, geografica, generazionale, sociale, razziale, economica. Volevo trattare i grandi problemi del nostro mondo, mostrando che tutto è legato», ha dichiarato l’autrice dopo la proiezione, esprimendo il «sogno» di poter mostrare il documentario al Papa.
Nelle sue conclusioni, Isabelle de Gaulmyn, presidente delle Settimane Sociali, annunciando pure un testo in occasione dell’ormai imminente Cop28, ha espresso così il senso delle tre giornate: «In nessun caso, la radicalità deve trasformarsi in estremismo. Ma sì, siamo chiamati a un cambiamento radicale, perché dobbiamo rimettere in questione tanti comportamenti e abitudini. Un cambiamento radicale anche nel senso di dover ripartire da ciò che è basso e piccolo, dalla radice, nel senso dei poveri. Non dobbiamo solo ascoltarli, ma occorre che in qualche modo diventino i nostri insegnanti nell’azione che ci attende durante questa transizione. Probabilmente, è così che realizzeremo una transizione più giusta, uscendo da un sistema di disuguaglianze».