martedì 7 maggio 2024
Domenica scorsa l'ingresso del nuovo arcivescovo nella diocesi friulana. Succede a Mazzocato che ha guidato questa Chiesa particolare per quasi 15 anni
La presa di possesso della cattedra da parte dell'arcivescovo Riccardo Lamba nella cattedrale di Udine

La presa di possesso della cattedra da parte dell'arcivescovo Riccardo Lamba nella cattedrale di Udine - Web

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«Assaporerò la stessa gioia di cui parla Gesù nel Vangelo, se rimarremo nel Suo Amore… tutti insieme! Ducj insieme! Vsi skupaj! Wir alle gemeinsam». Lo ha assicurato, nelle parole nelle lingue della diocesi di Udine, il nuovo arcivescovo, Riccardo Lamba, che domenica scorsa, in Cattedrale nel capoluogo friulano, ha ricevuto il pastorale dall’amministratore apostolico l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato. «Sia benedetto colui che viene nel nome del Signore – è stato l’augurio di Mazzocato -. È un passaggio di consegne tra due servi di Cristo e della Chiesa. Tali siamo noi vescovi. Volentieri metto nelle tue mani e nel tuo cuore questa Chiesa friulana, che ho amato e cercato di servire come sono stato capace». Nel Duomo di Udine, affollato di 2mila fedeli, si è pregato e cantato in friulano, italiano, tedesco, sloveno e latino. Quattordici i vescovi presenti, col patriarca di Venezia Francesco Moraglia e i titolari delle diocesi di Lubiana e Capodistria, e tre vescovi ausiliari del Vicariato di Roma. In piazza Libertà, il nuovo presule era stato accolto calorosamente dai giovani di numerose parrocchie, con striscioni e cartelloni. «Don Riccardo» come è stato subito chiamato, ha fatto ascoltare – dal proprio cellulare – la colonna sonora del film su san Filippo Neri, Preferisco il paradiso. I giovani l’hanno poi accompagnato a piedi in Duomo. Dopo un caloroso abbraccio con il predecessore Mazzocato, Lamba ha ricevuto il benvenuto dal sindaco Alberto Felice De Toni che gli ha assicurato: «Qui sono sicuro che si troverà a casa sua», ricordando tra l’altro le profonde radici di fede di questa terra e di queste genti eredi della Chiesa Madre di Aquileia. E all’omelia il romano Lamba ha ammesso che «qui si respira l’aria della Mitteleuropa». E a questo punto ha tentato di rispondere a quell’interrogativo, espresso in friulano, «Ma cui isal chest predi che al ven a fâ il Vescul a Udin?». E lo ha fatto aprendo «lo scrigno della mia vita», ripercorrendo alcuni passaggi in cui – ha affermato – Dio stesso ha scelto la strada della sua esistenza. Al centro dell’omelia sono state le parole ispirate alle letture del giorno, in particolare il Vangelo di Giovanni. «Vorrei iniziare – ha detto Lamba – dall’espressione che troviamo sulle labbra di Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”». «Dio ha scelto me, proprio me. Dio ha scelto ciascuno di voi, solo ed esclusivamente per amore». Ed ecco perché, continuando la sua riflessioni, ha aggiunto di essere «sicuro che anche qui, in questa terra friulana che porta scolpiti nella pietra i simboli della tradizione cristiana e inscritti nei cuori di un popolo i valori della fede, assaporerò ancora la stessa gioia di cui parla Gesù nel Vangelo, e l’assaporeremo tutti. A una condizione – ha insistito - che lo faremo tutti insieme». «Cammiare insieme, a passo spedito» ha ribadito il concetto, al termine della celebrazione, il patriarca Moraglia. «Questo è un momento di grazia non solo per la Chiesa che è in Udine ma per tutte le Chiese del Nordest – ha riconosciuto -. L’avvicendamento di un pastore è un evento ecclesiale che si vive nella fede. Nelle nostre storie personali e che raccontano le nostre Comunità, tutto ciò assume un valore particolare in tempo di cammino sinodale». E poi «un grazie al vescovo Andrea Bruno che ha servito questa Chiesa con fedeltà, un confratello significativo per la Conferenza episcopale, un pastore saggio, disinteressato e coraggioso» ha riconosciuto Moraglia

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