domenica 23 giugno 2024
Rinasce la «Biblioteca Universale Cristiana» della San Paolo, con classici di autori come Ravasi, Bianchi, Epicoco, Comastri e Ronchi. Parla il direttore editoriale don Simone Bruno
Don Simone Bruno, direttore San Paolo Edizioni

Don Simone Bruno, direttore San Paolo Edizioni

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Cosa c’è di meglio di un classico? Vale per la lettura in generale, ma soprattutto per la spiritualità e la cultura cristiana, dove sensibilità e conoscenze non sono mai abbastanza. Incontro a questa indubbia fame di “cose buone” va la scelta del Gruppo editoriale San Paolo di rilanciare ora, 12 anni dopo il debutto, la sua “Buc” (Biblioteca Universale Cristiana), con sei titoli di Gianfranco Ravasi, Angelo Comastri, Luigi Maria Epicoco, Enzo Bianchi, Ermes Ronchi e Gaston Courtois che saranno presentati lungo la settimana che sta per iniziare in una serie di incontri conviviali in librerie San Paolo di tutta Italia. I titoli delle sei proposte? «Cuori inquieti» del cardinale Ravasi, «Francesco d’Assisi» del cardinale Comastri, «Solo i malati guariscono» di don Epicoco, «Una lotta per la vita» di Enzo Bianchi, «Le nude domande del Vangelo» di padre Ronchi e «Quando il Maestro parla al cuore» di Courtois.
Nello stile di una “informalità impegnata” – l’editore parla di «bicchierate di festa» – il calendario delle presentazioni dei singoli libri e dell’intera collana prevede le due prime tappe a Roma martedì 25 giugno alle 11.30 alla libreria San Giovanni in Laterano e mercoledì 26 alle 17.45 alla libreria San Paolo Conciliazione con la partecipazione del cardinale Angelo Comastri. Stessa ora e stesso giorno per Enzo Bianchi ma a Torino, libreria San Paolo di via della Consolata. La presentazione della collana farà tappa anche a Bari, libreria San Paolo, martedì 25 alle 18 (anziché giovedì come previsto in un primo momento). Si prosegue a Vicenza e Milano giovedì 27 rispettivamente alle 12 nella libreria San Paolo di Vicenza e alle 17.30 a Milano nella libreria dietro al Duomo. Conclusione venerdì 28 nelle librerie di Catania e Firenze alle 12.00 e alle 17.30 nella libreria San Paolo di Padova.
Un programma che vuole mettere al centro i libri insieme ai luoghi dove i libri vivono, per una iniziativa di evidente e ben riposta ambizione culturale, come ci spiega don Simone Bruno, direttore di San Paolo Edizioni.

Torna una collana che con il suo marchio “forte” segna una proposta di lettura impegnativa. A quale attesa pensate possa rispondere?
Siamo convinti che oggi sia presente una grande sete di spiritualità. Le persone, a prescindere dalla fede e dal credo professato, sono alla costante ricerca di una fonte a cui abbeverarsi per soddisfare i bisogni della propria interiorità. Il contesto culturale odierno, infatti, si muove quasi esclusivamente su traiettorie esistenziali aride, concentrate sull’immagine esteriore e aspramente competitive, che spingono verso la sola realizzazione professionale, ridimensionando così la cura dell’intimità e il significato generativo delle relazioni. Di fronte a tale scenario, il progetto editoriale della BUC è esplicitamente dedicato a chi vuole fermarsi e sostare nell’oasi del pensiero cristiano per approfondire la dimensione spirituale e riscoprire lo straordinario valore letterario dei testi proposti.

Tra le molte considerazioni che si fanno in sede intellettuale su un certo disimpegno dei cattolici c’è anche quella di una certa loro – nostra – calante propensione a leggere, studiare, documentarsi, tenersi informati, quasi una disaffezione al nutrire la propria specifica sensibilità. Cosa ne pensa?
I dati statistici più recenti sulle abitudini di lettura esistenti tra gli italiani (all’interno dei quali annoveriamo anche i cattolici) restituiscono un quadro raccapricciante di cui non possiamo non tener conto, specie se posiamo lo sguardo sulla situazione degli altri Paesi europei (come Francia e Germania). Si legge sempre meno e tale tendenza sta favorendo la propagazione di una cultura della superficialità che si esibisce in modo scomposto nelle piattaforme dei social network. Basta considerare, a titolo di esempio, le spaccature presenti nel mondo cattolico ogni qual volta si dibattono temi etici: assistiamo increduli a scontri accesi tra schieramenti opposti che usano lo stesso stile comunicativo denigratorio, mai orientato all’ascolto e alla comprensione del punto di vista altrui. Uno scambio assertivo avrebbe previsto, al contrario, una lettura attenta del dato della realtà anche di fronte al disaccordo. Purtroppo questo non è oggi più contemplabile. Nonostante lo sconforto e la tristezza che ne derivano, suggerisco di non cedere alla tentazione lassista (“Ormai non c’è più niente da fare”) e di ingegnarsi per mantenere alto il valore della lettura e dello sviluppo critico che ne deriva. Resistere al fenomeno dilagante, aiuta a scommettere sulle nuove generazioni.

Come può un animatore culturale nella comunità cristiana alimentare o risvegliare l’interesse per la lettura?

Potrebbe farlo in tanti modi. Mi permetto di suggerire solo alcuni spunti, affidandomi alla creatività di ogni animatore. Il primo passo concreto è: leggere, dando il proprio esempio concreto e tangibile. La testimonianza di un lettore vale più di mille parole o metodi che servano a destare l’interesse alla lettura. In seconda battuta, gli animatori possono promuovere gruppi di lettura a tema che si riuniscono mensilmente nei circoli culturali delle parrocchie oppure nelle librerie cattoliche (e non solo). Questa formula vale per soprattutto per gli adulti e prevede l’individuazione di un testo e la proposta di leggerlo per discuterne insieme durante l’appuntamento successivo. I risultati sono di rilievo e permettono una buona pratica cognitiva oltre che sociale. Con i bambini e le bambine delle scuole elementari hanno grande successo i laboratori di ascolto e disegno con gli autori e gli illustratori: raccontare le storie e immergere i piccoli lettori nelle vite dei personaggi produce un grande impatto emotivo e favorisce un approccio curioso e costruttivo alla lettura. Gli animatori possono avvalersi della collaborazione dei catechisti, degli educatori e degli insegnanti. Infine, con gli adolescenti e i giovani adulti, appaiono particolarmente propizi gli eventi che traducono le storie in rappresentazioni teatrali, in progetti digitali animati (creati su piattaforme apposite) o in incontri diretti con i protagonisti (previa lettura preparatoria del volume). Le parrocchie, i centri culturali e le scuole hanno l’imbarazzo della scelta, potendo lasciarsi ispirare anche dall’ultima moda newyorkese (replicata con successo a Bari) di spegnere il cellulare e di leggere sulle terrazze... insieme!

La testimonianza della fede, anche attraverso iniziative di servizio agli altri, sulla quale molto si insiste nella pastorale come può convivere con la cultura, l’elaborazione di un pensiero, e dunque la lettura?
La testimonianza della fede è uno dei gangli fondamentali della cultura contemporanea. E il servizio agli altri e al contesto sociale all’interno del quale essa si esplica ne sono la prova evidente. Personalmente non riuscirei a scinderla dal tessuto elaborativo delle idee e dello sviluppo del pensiero. Non c’è fede autentica se la correlata testimonianza non riesce a calarsi nella cultura per dialogare con essa e con l’intera umanità. La fede è dunque un dono che si incarna, che necessita di sguardi, incontri, relazioni e pensieri. E la lettura, se praticata con interesse, può divenire un ponte straordinario per favorire la conoscenza, la scoperta, il dialogo e il confronto. Tra culture diverse!

Tra i lettori laici che tipo di domanda e di interesse registrate?

Negli ultimi anni l’interesse dei laici si è orientato sui testi di spiritualità biblica con un taglio fortemente esistenziale (la Parola che tocca le esperienze dei lettori e li aiuta a camminare nella fede), oltre che sulle storie vere, ovvero sulle testimonianze dirette di persone che hanno affrontato, oltrepassandole, diverse prove (come il lutto, la malattia e altre vicissitudini). Non secondario lo sguardo sui temi etici (tutela della vita, dalla nascita alla morte), sulle fragilità familiari (separazioni, divorzi, omo-affettività e percorsi di accompagnamento pastorale) e sui romanzi di valore.

La Buc punta su autori affermati e classici recenti della spiritualità. È il segnale che c’è spazio solo per nomi già conosciuti?
Abbiamo attinto dal catalogo i volumi che hanno sviluppato, con un taglio originale e innovativo, i temi centrali della spiritualità contemporanea e, allo stesso tempo, che hanno intercettato il maggior numero di lettori e i loro bisogni. Per noi sono una garanzia e per i lettori una sicurezza. La preferenza è andata verso gli autori più conosciuti e sui contenuti più in linea con le esigenze odierne. Non escludiamo di ampliare il parco firme anche con coloro che stanno emergendo. È la prossima sfida!

Appena prima di questa nuova proposta della Buc, avete lanciato una collana dedicata alla preghiera, in vista del Giubileo, una proposta essenziale e di qualità. Che accoglienza state registrando?
I lettori hanno accolto con sincero entusiasmo l’intero progetto apprezzandone i singoli temi e la loro scansione. “Insegnaci a pregare”, infatti, si è rivelata una serie ricca ed esaustiva che ha cercato di riportare la preghiera al centro della vita del credente, così come calorosamente suggerito dal Santo Padre. Dall’iniziazione all’arte autentica del pregare, considerata nelle sue diverse sfaccettature e nella sua profonda ispirazione biblica, fino a raggiungere l’impegno sociale e la letteratura: ogni lettore appassionato potrà ritrovare lo sbocco di senso utile alla sua vita di fede.

Stiamo entrando nell’estate, stagione del tempo “liberato” dalle consuete incombenze. Da editore, che suggerimento offre a chi non vuole “liberarsi” anche della sua fede?
È la fede stessa a renderci donne e uomini liberi. Anzi, la sua presenza assume un sapore ancora più intenso durante l’estate, quando scegliamo di ritagliarci spazi appositi per dedicarci finalmente all’ascolto della Parola di Dio e al ruolo che essa svolge nella vita di ciascuno. Un suggerimento pratico per le prossime vacanze: ricalcolare il percorso del proprio “navigatore spirituale interiore”. Fermiamoci un istante, mettiamo da parte la fretta, la distrazione e l’ansia e optiamo per ciò che è inedito, per ciò che agevola lo stare in contatto con noi stessi e con Dio. In profondità. La fede sarà la strada e la meta “aperta”, pronta ad accoglierci per ridare senso al nostro disorientamento.

Accanto ai libri che state proponendo, c’è un grande classico che in questa estate a suo giudizio varrebbe la pena leggere, o rileggere, e che le sembra particolarmente attuale? Un titolo.
Suggerisco due testi imperdibili: «La vita responsabile» di Dietrich Bonhoffer, da leggere in tempi difficili come i nostri per richiamare a un impegno etico e civile; «L’arte di ricominciare» di Fabio Rosini, il cui titolo dice tutto! Buona estate, e buone letture...

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