Le domande cruciali per un uso sano del web in Quaresima
Se la Quaresima diventa l’occasione per fare ordine nella propria vita e negli affetti disordinati può anche diventare il pretesto per rimanere “connessi” in modo sano e civile con il web e fare così un “esame di coscienza digitale” su ciò che è importante per ciascuno per essere alla sequela di Gesù. È la proposta in un certo senso “contro corrente” che arriva dalla diocesi calabrese di Oppido Mamertina-Palmi e dal suo vescovo Francesco Milito. Si tratta infatti di un percorso quaresimale per analizzare i comportamenti su web e social e capire come essere più responsabili delle proprie azioni digitali nella rete sempre più spesso colma di insulti, odio, razzismo e fake news. E a colpire aprendo la pagina web del sito della diocesi (CLICCA QUI) calabrese dedicata a questa iniziativa sono proprio le domande che Milito rivolge ai giovani della sua diocesi: «Quanto tempo al giorno dedico alla cura del profilo/pagina? Preferisco scrivere le mie idee o condividere quelle degli altri?». E ancora: «Mi capita di citare il Vangelo durante le conversazioni in rete su temi importanti? O il mio profilo social corrisponde alla mia personalità o è solo una proiezione di essa?». E si chiede ancora il vescovo in questo dialogo con i suoi ragazzi sempre “connessi” con il web: «O il tempo che passo sui social lo definisco tempo speso bene?». Domande cruciali per i giovani e che riassumono il senso dell’hastag lanciata per l’occasione #esamedicoscienzadigitale. «Siamo nell’era dei social – scrive monsignor Milito –: questo progresso ha fatto credere di potere operare con la comunicazione in piena libertà e indipendenza senza controlli, con un esprimersi immediato e perciò spesso non meditato, impulsivo e talora offensivo e impreciso: un diritto esercitato arbitrariamente, saltando i doveri del rispetto dell’altro. Libertà non sempre unita alla responsabilità. I risultati? Incommensurabili per un mondo più umano e vicino o sempre più lontano dal senso religioso della vita».
Un percorso per riscoprire la centralità della Parola di Dio
Negli scorsi venerdì di Quaresima sono stati affrontati i temi: «Presenza e dialogo» (15 marzo), «Lentezza e incontro» (22 marzo). Mentre per le ultime settimane che ci hanno portato alla conclusione dei 40 giorni di preparazione alla Pasqua sono state proposte ai giovani le seguenti tematiche: «Gentilezza e ascolto» (29 marzo), «Interiorità e apertura» (5 aprile) e «Verità e testimonianza» (12 aprile). Un cammino dunque che è servito soprattutto ai giovani e non solo per riscoprire anche il senso della penitenza in questo tempo liturgicamente forte e la centralità di un Sacramento come quello della Riconciliazione. La ricetta indicata da Milito è anche quella di ricordare ai suoi giovani la centralità della Parola di Dio nella vita corrente e a mettersi in guardia da quelle forme di dipendenza che può causare l’uso spesso smodato di internet con le sue insidie. «Per concludere – si legge nel messaggio di Milito – un piccolo consiglio. In questo tempo speciale, nelle nostre case la Bibbia potrebbe essere collocata, se già non c’è, in una posizione privilegiata e frequentata con assiduità ogni giorno, cercando qualche testo sul “peso” della Parola di Dio». Una proposta “controcorrente” quella lanciata dal vescovo Milito da vivere in fondo anche oltre il periodo della Quaresima che si chiuderà proprio il 18 aprile con la Messa in coena Domini del Giovedì Santo ma da sperimentare in fondo nella vita di ogni giorno.