"Vi invito ad unirvi alla preghiera di
tutta la Chiesa per quelle comunità dell'Asia che ho appena
visitato, come anche per tutti i cristiani perseguitati nel
mondo, particolarmente in Iraq. Anche per quelle minoranze
religiose, non cristiane, ma ugualmente perseguitate". È
l'invocazione di Papa Francesco rivolta ai pellegrini di lingua
francese presenti alla sua udienza generale nell' aula "Paolo
VI", dedicata al recente viaggio in Corea.Nella prima Udienza Generale dopo il viaggio apostolico il Papa ha anche esortato a pregare "affinchè tutti i figli della
terra coreana, che patiscono le conseguenze di guerre e
divisioni, possano compiere un cammino di fraternità e di
riconciliazione". "La Repubblica di Corea - ha sottolineato il
Pontefice - è un Paese che ha avuto un notevole e rapido
sviluppo economico. I suoi abitanti sono grandi lavoratori,
disciplinati, ordinati, e devono mantenere la forza ereditata
dai loro antenati".
"Questo viaggio - per il Papa - è stato
illuminato dalla festa di Maria Assunta in Cielo: con la sua
intercessione il Signore benedica sempre il popolo coreano, gli
doni pace e prosperità; e benedica la Chiesa che vive in
quella terra, perchè sia sempre feconda e piena della gioia
del Vangelo". Papa Francesco ha invitato ad esaltare "la memoria
del ruolo primario che ebbero i laici sia agli albori della fede, sia
nell'opera di evangelizzazione" della Corea. "In quella terra -
spiega all'Udienza Generale - la comunità cristiana non è stata
fondata da missionari, ma da un gruppo di giovani coreani della
seconda metà del 1700, i quali furono affascinati da alcuni testi
cristiani, li studiarono a fondo e li scelsero come regola di vita".
"Uno di loro - ricostruisce - fu inviato a Pechino per ricevere il
Battesimo e poi questo laico battezzò a sua volta i compagni".