martedì 9 luglio 2024
Presentato l’Instrumentun Laboris, strumento di lavoro per i partecipanti della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che si riunirà in ottobre
Il papa con alcune donne partecipati all'Assemblea sinodale (2023)

Il papa con alcune donne partecipati all'Assemblea sinodale (2023) - .

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Il cammino sinodale della Chiesa ha compiuto un nuovo passo in avanti. Avendo sempre come obiettivo «la conversione sinodale della Chiesa in vista della missione». Oggi infatti è stato pubblicato e presentato l’Instrumentun Laboris (IL) che è anzitutto uno strumento di lavoro per i membri della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che si riunirà in ottobre.

Il testo nasce dalle riflessioni che le Conferenze Episcopali, le Chiese Orientali Cattoliche e altre realtà ecclesiali internazionali oltre ai rapporti presentati dai parroci nella tre-giorni di lavoro dell’incontro Parroci per il Sinodo, hanno svolto attorno alla Relazione di Sintesi della Prima Sessione (4-29 ottobre 2023) alla luce delle indicazioni date dalla Segreteria Generale del Sinodo attraverso il documento Verso Ottobre 2024.

L’Instrumentum laboris è sviluppato in cinque sezioni.

La prima è dedicata ai Fondamenti della comprensione della sinodalità, «che ripropone la consapevolezza maturata lungo il percorso e sancita dalla Prima Sessione» celebrata lo scorso ottobre.

Seguono tre Parti strettamente intrecciate, «che illuminano da prospettive diverse la vita sinodale missionaria della Chiesa»:

I) la prospettiva delle Relazioni – con il Signore, tra i fratelli e le sorelle e tra le Chiese – «che sostengono la vitalità della Chiesa ben più radicalmente delle sue strutture»;

II) la prospettiva dei Percorsi «che sorreggono e alimentano nella concretezza il dinamismo delle relazioni»;

III) la prospettiva dei Luoghi «che, contro la tentazione di un universalismo astratto, parlano della concretezza dei contesti in cui si incarnano le relazioni, con la loro varietà, pluralità e interconnessione, e con il loro radicamento nel fondamento sorgivo della professione di fede».

Il documento diffuso oggi è molto ampio e affronta numerose questioni. Di particolare interesse è la sezione riguardante il ruolo della donna nella Chiesa. Infatti i contributi delle Conferenze Episcopali riconoscono che «sono numerosi gli ambiti della vita della Chiesa aperti alla partecipazione delle donne». Tuttavia «notano anche che queste possibilità di partecipazione rimangono spesso inutilizzate». Per questo suggeriscono che la Seconda Sessione «ne promuova la consapevolezza e ne incoraggi l’ulteriore sviluppo nell’ambito delle Parrocchie, delle Diocesi e delle altre realtà ecclesiali, compresi gli incarichi di responsabilità». Chiedendo inoltre di «esplorare ulteriori forme ministeriali e pastorali che dare migliore espressione ai carismi che lo Spirito effonde sulle donne in risposta alle esigenze pastorali del nostro tempo». A tal proposito l’Instrumentum laboris cita quanto scritto da una Conferenza Episcopale latinoamericana: «Nella nostra cultura permane forte la presenza del maschilismo, mentre è necessaria una partecipazione più attiva delle donne in tutti gli ambiti ecclesiali. Come afferma Papa Francesco, la loro prospettiva è indispensabile nei processi decisionali e nell’assunzione di ruoli nelle diverse forme di pastorale e di missione».

Sempre sul tema del ruolo della donna il documento riferisce che dai contributi delle Conferenze Episcopali emergono richieste concrete da sottoporre all’esame della Seconda Sessione, tra cui: «a) la promozione di spazi di dialogo nella Chiesa, in modo che le donne possano condividere esperienze, carismi, competenze, intuizioni spirituali, teologiche e pastorali per il bene di tutta la Chiesa; b) una più ampia partecipazione delle donne nei processi di discernimento ecclesiale e a tutte le fasi dei processi decisionali (elaborazione e presa delle decisioni); c) un più ampio accesso a posizioni di responsabilità nelle Diocesi e nelle istituzioni ecclesiastiche, in linea con le disposizioni già esistenti; d) un maggiore riconoscimento e un più deciso sostegno alla vita e ai carismi delle Consacrate e il loro impiego in posizioni di responsabilità; e) l’accesso delle donne a posizioni di responsabilità nei Seminari, negli Istituti e nelle Facoltà teologiche; f) l’aumento del numero delle donne che svolgono il ruolo di giudice nei processi canonici».

Più controversa risulta invece la questione dell’ammissione delle donne al ministero diaconale. «Alcune Chiese locali» la chiedono mentre «altre ribadiscono la loro contrarietà». Questo tema, specifica il documento, «non sarà oggetto dei lavori della Seconda Sessione», ma «è bene che prosegua la riflessione teologica, con tempi e modalità adeguati».

In questo contesto l’Instrumentum laboris registra, più in generale, «il desiderio di un rafforzamento di tutti i ministeri esercitati dai Laici (uomini e donne)». Con la richiesta specifica che «fedeli laici, uomini e donne, adeguatamente formati possano contribuire alla predicazione della Parola di Dio anche durante la celebrazione dell’Eucaristia», che possano insomma tenere le omelie durante la messa.

Nel documento infine si ricorda che su questioni particolare, come l’accesso del diaconato alle donne, il Papa ha costituito 10 gruppi di lavoro ad hoc. Perché si tratta «di questioni di grande spessore, alcune delle quali richiedono di essere trattate a livello della Chiesa intera e in collaborazione con i Dicasteri della Curia Romana». Non si tratta comunque «di rimuovere alcuni temi dal dibattito dell’assemblea, la quale ha già espresso una convergenza quanto alla loro importanza, quanto fornire gli elementi utili dal punto di vista teologico e canonistico da offrire al ministero di Pietro».

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