MILANO Seduzione e misericordia, possibile vadano d’accordo? «Seduzione è una parola che usa lei – sorride, e corregge, Giuseppe Caiazza –. Io dico connessione con il consumatore, per soddisfare entrambe le parti delle sue aspettative, quella razionale e quella emozionale ». Caiazza è amministratore delegato di Saatchi&Saatchi in Italia e Francia, ossia è a capo di una delle principali agenzie di pubblicità al mondo. Pubblicità e misericordia, dunque. Ma la sensazione è la stessa, come ritrovarsi in mano un cono al limone e cioccolato. Gusto problematico, sapori stridenti. Eppure... «Se intendiamo misericordia in senso lato, come prendersi cura, come
pietas, allora anche i pubblicitari potrebbero avere qualcosa da dire. Noi – prosegue Caiazza – ci rivolgiamo alla ragione e alle emozioni delle persone. Per farlo abbiamo le nostre
technicalities, tecniche e conoscenze specifiche. Ogni tanto, di comune accordo, decidiamo di metterle a disposizione di una causa in cui tutti crediamo, come azienda e come team». È il caso delle campagne curate negli ultimi anni per Coordown (il Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down), compresa quella censurata in Francia perché accusata di mettere in crisi le mamme in attesa di un figlio Down. Ed è il caso di
Here’s to you, il nuovo progetto con Am- nesty International, a favore della libertà di pensiero ed espressione in tutto il mondo, un progetto che camminerà sulle note di Ennio Morricone e la voce di Joan Baez:
Here’s to you è la canzone dedicata a Sacco e Vanzetti, colonna sonora del film realizzato nel 1971 da Giuliano Montalto. «Abbiamo coinvolto artisti, cantanti e persone comuni – spiega Caiazza –. Come sempre il nostro contributo sarà gratuito: le tecniche del messaggio pubblicitario messe a disposizione di un diritto, quello di potersi esprimere in libertà, in ogni an- golo del mondo». Ma la pubblicità classica, quella ordinaria, è davvero così estranea alla misericordia? Limone e cioccolato? Caiazza accenna un altro sorriso: «Le dico come a noi piace lavorare. È vero che mettiamo in contatto i consumatori con le offerte commerciali. Ma cerchiamo, per quanto possibile, di farlo in modo etico, con coscienza, ad esempio rifiutando clienti e prodotti di un certo tipo». Seduttori, sì, ma non a qualunque costo.
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