sabato 9 novembre 2013
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A uno a uno. Ha voluto salutarli tutti. Sei file di ammalati in carrozzina per 100 posti a fila. E per ognuno ha avuto una carezza, una parola, un abbraccio. È durata quasi tre ore l’udienza di questa mattina ai seimila membri dell’Unitalsi, giunti da tutta Italia per stringersi intorno al Papa. Tra loro 1500 ammalati, 600 dei quali – appunto – in carrozzina. Quelli con i quali Francesco si è intrattenuto singolarmente, dedicando a ciascuno un tempo e un’attenzione che ai destinatari sono parsi più preziosi dei diamanti. Il Pontefice, del resto, lo ha detto nel suo discorso: «Non vergognatevi di essere un tesoro prezioso della Chiesa». Poi, come sempre, alle parole Papa Bergoglio ha fatto seguire i fatti. Per oltre due ore (tra la fine del suo intervento e il momento di lasciare l’Aula "Paolo VI") si è aggirato tra gli esponenti di questo «tesoro», intessendo dialoghi, distribuendo parole, abbracci, baci ai più piccoli, benedizioni e segni di croce sulla fronte». C’è chi, intimidito ed emozionato, si limita a una stretta di mano, chi invece rompe il protocollo e "vola" tra le braccia del Papa. Chi racconta un pezzo della sua storia, chi porta un dono, un rosario da benedire, una lettera. Una signora consegna al Papa uno zucchetto bianco. Lui, come in altre occasioni, lo cambia con il suo e glielo impone sulla testa, suscitando l’ilarità dell’Aula che può guardare il simpatico siparietto sui maxischermi. Insomma, questo 9 novembre 2013 sarà ricordato, dall’Unitalsi (che è venuta a festeggiare i suoi 110 anni di vita) e da tutti gli ammalati (non solo quelli fisicamente presenti) come una giornata di festa. La festa del grande abbraccio e di una rinnovata alleanza tra il Papa e il mondo della sofferenza. Una giornata in cui il mondo ha visto qual è il vero "tesoro" della Chiesa. E il Papa ha mostrato i singoli gioielli. A uno a uno.
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